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iliev messina maglia

Vi ricordate di Ilica Iliev? Nemmeno noi. Ma proveremo comunque a tracciarvene un profilo. Attaccante serbo, nato a Belgrado il 27 ottobre 1979, il buon Iliev ha lasciato sentimenti contrastanti nella sua esperienza in Italia iniziata ben 10 anni fa al Messina e conclusa con più bassi che alti sempre ai peloritani nel 2007. Dotato di un grande dribbling, come attestano anche i videogiochi di simulazione calcistica dei tempi (…!) purtroppo però Iliev ben poche volte ha fatto vedere almeno dalle nostre parti di che pasta fosse fatto.

FORTE IN CASA – Cresciuto nel Partizan Belgrado, la squadra più forte e famosa del Paese balcanico assieme alla Stella Rossa, dal 1997 al 2004 diventa un tassello fondamentale per la propria compagine, tanto da scendere in campo per 150 volte mettendo a segno, nel ruolo di esterno offensivo o di seconda punta, 41 gol. Stranamente questo non gli porta benefici per quanto riguarda una convocazione in Nazionale, passata ad essere Jugoslavia prima, poi Serbia & Montenegro, poi solo Serbia. In patria prima del trasferimento al Messina vince due campionati jugoslavi (1998-99 e 2000-01) un campionato serbomontenegrino (2002-03) e due Coppe di Jugoslavia (1997-98 e 2000-01), ai quali aggiungerà anni dopo un campionato di Serbia nel suo ritorno al Partizan nel 2010-2011 assieme ad un’altra coppa nazionale, partecipando così al double. Ma in Nazionale sono solo 2 le partite giocate (però con un gol) e risalgono alla fine del 2003.

MESSINA SQUADRA RIVELAZIONE – Quel che sia, il giocatore, anche perché svincolato dal Partizan dopo tanti successi, convince il Messina, forte già dei vari Di Napoli, Parisi, Zampagna, Aronica, Donati, Amoruso, lo sfuggente terzino Rafael, Zanchi, capitan Sullo, Eleftheropoulos più lettere nel cognome che parate in campo, Storari, Ametrano, Rezaei, Giampà, D’Agostino, il “portoghese” Dionisi, Mamede, Zoro, Mirko Conte e “Chi l’ha visto” Yanagisawa. E l’anno dopo arriveranno Nocerino, Sculli, Floccari, il calvo brasiliano Bondi e la coppia “non gol” Muslimovic-Nanni. In questa pletora di giocatori dalle belle (ma anche no) speranze Iliev spicca per doti tecniche. Il primo anno in Serie A va però così così, con 29 partite giocate ed un solo gol realizzato. Più che altro Iliev fa parlare di se per essere stato il primo giocatore nella storia della Serie A a beccarsi una squalifica per simulazione attraverso la prova tv. Alla fine però ciò che più conta è che i siciliani si salvano ed anzi arriva un incredibile 7° posto finale con la qualificazione in Coppa UEFA sfiorata e la rinuncia successiva alla partecipazione all’Intertoto.

SU E GIU’ – L’anno dopo però l’esperienza di Iliev sullo Stretto è negativa: dopo sole 8 partite l’altalenante attaccante balcanico se ne va in C1 al Genoa, dove i suoi valori tecnici vengono più facilmente alla luce e lui contribuisce nel suo piccolo alla promozione in B del Grifone con 4 reti in 21 gare. Nella stagione successiva ritorna al Messina per fine prestito e la squadra a sua volta ritrova la Serie A per le note vicende di calciopoli che videro la Juventus retrocedere d’ufficio al termine della stagione 2005-2006, conclusa dai peloritani al terzultimo posto sul campo salvo poi essere “sollevati” in quartultima, salvifica posizione dai bianconeri, a loro volta piazzati ultimi d’ufficio. Iliev gioca anche abbastanza, 21 partite, ma non segna e non lascia il segno e la sua avventura italiana ha termine, anche perché il Messina finirà stavolta veramente in B chiudendo come fanalino di coda una stagione assolutamente da dimenticare.

GLOBETROTTER DEL CALCIO – Comincia per lui un peregrinare per l’Europa che lo porterà a cominciare dal 2007 in quattro diversi paesi, con parentesi tutte della durata di un solo anno: comincia dalla Grecia con la maglia del Paok Salonicco (17 presenze e un gol), e prosegue poi con l’Energie Cottbus in Germania (27 partite e 3 gol), il Maccabi Tel Aviv in Israele (17 partite e 3 reti) per chiudere con il ritorno alla casa madre, il Partizan Belgrado, dove nel 2010-2011 partecipa seppur in minima parte con 13 incontri giocati alla conquista di titolo e coppa nazionale. Poi trascorre due anni in Polonia al Wisla Cracovia, con 48 partite disputate condite da sole 4 marcature, prima di restare svincolato a luglio 2013 e di smettere con il calcio giocato. Tratto distintivo di buona parte delle sue avventure è l’aver giocato in maniera pressoché sistematica solamente metà campionato. A buon intenditor…

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita alla SEO non posso più farne a meno

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