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nanni pistolero

Roberto Nanni è il protagonista della nostra puntata pasquale di “Un Uomo un Perché”. Niente di meglio che smaltire l’abbuffata festiva con una bella dieta dal gol, come l’argentino classe 1981 ci aveva abituati nelle sue incolori esperienze a Messina, Siena e Crotone. El Pistolero muove i primi passi nelle giovanili dell’Alumni Azuleño, piccola compagine dei sobborghi di Buenos Aires, entrando poi a 16 anni tra i ranghi delle juniores del blasonato Velez Sarsfield. Il debutto in prima squadra avviene quattro stagioni dopo, con l’allenatore Edgardo Bauza che lo lancia nella mischia nel caldissimo match contro il Newell’s Old Boys. Nanni colpisce tutti per la buona tecnica unita ad un fisico da corazziere, cosa insolita per una punta di peso come lui alta quasi 1.90 cm. Nella mezzora in cui è chiamato in causa desta un’ottima impressione tanto che comincerà a giocare con una certa continuità. Dall’esordio datato 26 agosto 2001 al primo gol in Primera Division il 3 ottobre il passo è breve e la prima vittima di Nanni è il Lanus, e metterà in carniere altre 11 reti.

DA CENTRAVANTI DI PESO… – Nanni è ormai un giocatore di primo piano in Argentina ed il nuovo allenatore Carlos Ischia lo sa. è per questo che lo sceglierà quasi sempre accanto a Dario Husain, fratello della meteorissima del Napoli, Claudio, in azzurro nel 2000-2001 e nel 2002-2003. Tra i gol più importanti in carriera di Nanni figura la marcatura realizzata al 90′ al Monumental, in casa del River Plate che allora dettava ancora legge in Argentina. Alla fine dell’anno il Velez è terzo e Nanni è vicecapocannoniere del campionato dietro ad un altro ex italiano che più o meno ne ha ripercorso le tristi orme: Lucho Figueroa. El Pistolero Nanni approda anche in Nazionale maggiore, forte di grandi numeri, con El Loco Marcelo Bielsa letteralmente stregato dal giocatore e non solo: tanti sono i club in Europa che raccolgono informazioni, dal Perugia emblema della globalizzazione, alla Roma, passando per le spagnole Villareal ed Atletico Madrid e le tre portoghesi Porto, Sporting Lisbona e Benfica. Ma a spuntarla è la Dinamo Kiev, intenzionata ad allestire una formazione in grado di ripristinare la propria egemonia in Ucraina e di ben figurare anche oltre i confini nazionali.

…A PESO – Con 5 milioni di euro Nanni è libero di espatriare per vestire la maglia numero 18 della gloriosa Dinamo, affermando alla conferenza stampa di presentazione: “Ho visto tante volte la Dinamo in tv, la squadra gioca un calcio snello e veloce, l’ideale per servire palle gol ad un centravanti come me”. Peccato che per tutto l’anno giocherà sempre il duo Verpakovskis-Milevsky, con il lettone e l’idolo di casa che oscureranno per mesi l’argentino. In più sopraggiunge un infortunio al ginocchio che lo costringe ad uno stop di 3 mesi. La parentesi ucraina si chiude con il prestito agli spagnoli dell’Almeria, dopo ben 4 anni nei quali Nanni gioca la miseria di 11 partite segnando 7 gol senza contare i vari prestiti. Media gol altissima ma un pugno di match nei quali è chiamato in causa, meglio cambiare aria; in Spagna comincia il suo lungo ed infruttuoso peregrinare in giro per l’Europa: nella Segunda Division gioca in 12 occasioni realizzando 5 reti per poi tornare alla Dinamo Kiev, che subito si sbarazza di lui e lo parcheggia ancora una volta altrove.

ULTIMO TRA GLI ULTIMI – Nanni prova a rinascere al Siena, con i tifosi della Robur entusiasti di lui in estate. Il debutto in Serie A giunge però soltanto il 25 ottobre 2005 e non è certo da ricordare. Nel match successivo contro il Chievo mister Gigi De Canio lo manda in campo al 64′ e lo sostituisce al 69′ in favore della ennesima supermeteora di questa storia, Rey Volpato. L’esplosione dell’albanese laureato Erjon Bogdani farà il resto, con El Pistolero che avrà ben poche cartucce in canna: 8 caps, zero gol. Già a gennaio è di stanza al Messina dove segnerà la sua prima rete in Italia in sole 9 presenze. L’anno dopo si sposta a Crotone, che annovera in rosa Pagotto, Soviero e Padelli in porta, Zamboni, Vinicio Espinal, Luca Fusco e Giovanni Morabito, Alfredo Cariello, il francese Piocelle, Ivan Tisci, Ricardo Veron, Federico Giampaolo, il girovago della Serie B Sedivec, Eder Baù, Davide Dionigi, un giovane Plasmati ed il reduce dei Mondiali di Germania 2006 col Paraguay, Dante Lopez. Ed i 2 timbri di Nanni in 9 apparizioni non basteranno a salvare i pitagorici dalla C1, tra l’altro l’argentino non viene mai impiegato come titolare dal tecnico Elio Gustinetti. Finalmente arriva anche la rescissione a gennaio 2007 con la Dinamo Kiev, alla quale seguiranno però dieci mesi di inattività. La soluzione migliore sembra il ritorno in Sud America, e a settembre 2008 il Velez Sarsfield lo accoglie nuovamente dopo 5 anni di lontananza, ma la verve non è più quella di un tempo, ed anche qui si ripete il solito misero score in termini realizzativi: tre gol in 31 match giocati, e le cose non sono andate bene forse anche a causa del suo partner d’attacco, nientemeno che El Bati Joaquin Larrivey, nel frattempo rinato in questa stagione nella Liga con la maglia del Rayo Vallecano dopo i “fasti nefasti” di Cagliari.

LA TERZA VOLTA E’ RESUSCITATO – Siamo a Pasqua, tempo di resurrezioni, e pure Nanni finalmente si assurge a calciatore dopo anni di insoddisfazioni e buchi nell’acqua: è la compagine paraguaiana del Cerro Porteno a credere in lui e a dargli l’occasione di imporsi nuovamente nel grande calcio, almeno in Sud America. La squadra rossoblu viene ripagata con 39 gol in 100 presenze dal 2009 al 2013, e Nanni gioca anche la Copa Libertadores. Ma anche questa bella e felice storia finisce, il tempo di segnare i soliti 3 gol stagionali in 7 presenze all’Atlante di Cancun in Messico che il nostro ritorna per la terza volta al Velez Sarsfield, alla relativamente ancor giovane età di 32 anni. Capelli corti e tanta voglia di ripartire, il corazziere da 1,89 cm nei due mesi sin qui trascorsi con la formazione argentina (è in squadra dal 6 febbraio 2014) ha siglato 2 reti in 2 presenze nel Torneo Final albiceleste. La voglia di mettersi in gioco non svanisce mai, Ninna Nanni continua a sognare e segnare (poco).

 

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita alla SEO non posso più farne a meno

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