Alla vigilia del settantesimo compleanno di Arrigo Sacchi, Demetrio Albertini ha raccontato la sua personale esperienza accanto al “profeta di Fusignano”. L’ex centrocampista del Milan ha lavorato a lungo con Sacchi nel corso della sua carriera, prima come calciatore con la maglia rossonera e con quella della Nazionale, poi da dirigente con il ruolo di vicepresidente della Federcalcio. Ai microfoni dell’agenzia Ansa, Albertini non ha mancato di lanciare una stoccata ai calciatori di oggi, a suo modo di vedere inadatti ai metodi di allenamento di un “duro” com’è stato Sacchi nel corso della propria carriera: “Non credo che i metodi di Sacchi sarebbero in linea con le pressioni del calcio odierno. Tutto deve essere provato, ma obiettivamente oggi sarebbero in pochi i giocatori compatibili con i metodi di allenamento di Sacchi. E mi viene difficile pensare a un mio compagno di squadra di allora che sostituirei con un calciatore del Milan di oggi.
IL METODO SACCHI – “Quando arrivò al Milan era un signor nessuno, ma era preparato e sapeva come ottenere risultati. Mi prese nella Primavera del Milan e mi fece esordire in prima squadra, poi mi volle con se’ in Nazionale, giocai con lui un Mondiale ed un Europeo. Ero un esordiente quindi all’epoca non sapevo se fosse normale o meno, ma si faticava da matti. Ci diceva: ‘o fate i calciatori o i playboy’, a volte se ne usciva con simili frasi a effetto. Poi, secondo me, ci vuole sempre un certo equilibrio. Sacchi era maniacale, questo spesso è un pregio ma tante volte può essere un limite. Comunque ci ha portato a traguardi considerati impossibili. Ha cambiato la mentalità del nostro calcio, e per me la cosa più bella è che mi ha insegnato a fare il professionista, a essere maniacale anche adesso, come dirigente e come persona. Quando gli telefonai per affidargli l’incarico di coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili, gli dissi scherzando: ‘Io non ti vorrei più come allenatore, sei troppo tosto, però…’ “.