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I giocatori dell'Inter a Praga prima dell'inizio del match FOTO@Inter

I giocatori dell’Inter a Praga prima dell’inizio del match FOTO@Inter

L’Inter di de Boer crolla a Praga, centrando la seconda figuraccia europea dopo l’esordio con l’Hapoel. Nerazzurri asfaltatati dei giovani cechi, padroni del campo per 90 minuti

A quindici giorni dall’incubo Hapoel, e i 7 punti in 3 incontri in campionato, l’Inter si riscopre piccolissima in Europa. Un primo tempo orripilante e l’espulsione di Ranocchia nella ripresa sanciscono il 3-1 finale, addirittura stretto ad uno spumeggiante Sparta Praga. Il cammino dei nerazzurri si complica terribilmente, per la classifica ma soprattutto in virtù delle prove offerte fino a questo punto.

Sette su otto, l’arte di partire sempre sotto

Chievo, Palermo, Pescara, Hapoel, Juventus, Bologna e Sparta. Non è solo il calendario dell’Inter dall’inizio della stagione, ma anche le volte in cui i nerazzurri sono andati sotto nel punteggio. Un abitué per la squadra di de Boer, ormai decisa a proseguire sulla strada dell’handicap iniziale.

L’avvio dei nerazzurri è impalpabile se non addirittura indegno. I padroni di casa annientano letteralmente gli ospiti, ringhiando su ogni pallone e non lasciando mai spazio per alcuna iniziativa. Le due reti di Kadlec nascono da due dormite della difesa interista, un reparto che orfano di Miranda vive un incubo continuo.

Furie ceche, sonnifero nerazzurro

L’Inter affronta il finale di tempo con il piglio di un pugile all’angolo che non aspetta altro che il suono della campana. Lo Sparta invece chiude addirittura in crescendo, offrendo anche azioni di grande qualità collettiva e individuale. Dopo aver esaltato i vari Buzaglo e Maranhao all’esordio, l’Inter viene “bullata” da un indiavolato Dočkal e un inesauribile Holzer.

Felipe Melo e Gnoukouri litigano ininterrottamente con la palla, lasciando il povero Banega tra le grinfie della mediana ceca. A uomo, raddoppiato e addirittura triplicato. Il giovane tecnico Holoubek, lanciato in panchina poche ore prima del match, spegne la luce al faro interista, lasciando la nave di de Boer colare a picco.

Palacio illude, Ranocchia la chiude

Chi si aspettava un’Inter rivitalizzata dopo l’intervallo deve ricredersi dopo le primissime battute. E’ lo Sparta infatti a sfiorare il tris più volte, con Karavaev che grazia Handanovic a porta vuota. Gli ingressi in campo di Ansaldi, Perisic e Icardi potrebbero cambiar volto alla partita, con Palacio che accorcia le distanze. Il minuto 75 però sentenzia i nerazzurri, che nel giro di 60 secondi restano in 10 per l’espulsione di Ranocchia e subiscono la rete di Holek sugli sviluppi della stessa punizione.

Gli ultimi 20 minuti sono un lungo e costante applauso per i padroni di casa, esaltati dal calore dello Stadion Letná, che celebra il centenario della fondazione battendo una nobile decaduta del calcio europeo. De Boer, che alla vigilia della sfida aveva dichiarato di voler vincere la competizione, torna mestamente a casa con la consapevolezza di aver una squadra ricca di nomi ma povera di giocatori.

Meglio stare a casa

Senza l’apporto di uomini fondamentali come Joao Mario, a cui va aggiunto il fisso turnover riservato ai vari Perisic, Miranda e Icardi, questa squadra si è rivelata assolutamente inadeguata per la vetrina europea. Il rilancio del marchio Inter era uno degli obiettivi principali della nuova società. Queste due prime prove non solo rischiano di vanificare questo lavoro ma anche di annientare quel briciolo di prestigio che i nerazzurri, forse, ancora conservavano.

Il tabellino di Sparta Praga-Inter 3-1 

SPARTA PRAGA (4-4-1-1): Koubek; Karavaev, Mazuch, Holeck, Kadlec (dal; Čermák, Frydek (dal 66’) Julis, Sacek, Holzer; Dočkal, Kadlec.

INTER (4-2-3-1): Handanovic; D’Ambrosio (dal 55’) Ansaldi, Ranocchia, Murillo, Miangue; Gnoukouri (dal 70’) Icardi, Felipe Melo; Candreva (dal 63’) Perisic, Banega, Eder; Palacio.

Reti: 7’, 25’ V. Kadlec (S), 71’ Palacio (I), 76’ Holek (S)

Ammoniti: Frydek (S), Julis (S), V. Kadlec (S), Pulkrab (S),

Espulsi: Ranocchia (I)

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita alla SEO non posso più farne a meno

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