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Esiste una sostanziale ma sottile differenza tra segnare per vocazione e farlo contribuendo a qualcosa di veramente importante. Un traguardo capace di restare impresso negli almanacchi e regalare una grande gioia ai tifosi di una piazza calda e appassionata come poche. Andrea Saraniti, palermitano classe 1988, ha da sempre il gol nel destino ma mai come in questo momento le sue reti stanno contribuendo ad alimentare un campionato condotto quasi interamente in vetta alla classifica il Lecce. È chiaro come per portare a termine una stagione finalmente convincente manchi necessariamente il sigillo finale. Proprio quello che il bomber siciliano sta pian piano apponendo con le sue reti mai banali e, a conti fatti, decisive per la squadra di Fabio Liverani, subentrato a Roberto Rizzo dimessosi alla terza giornata dopo la pesante sconfitta subita al Cibali per mano del Catania. Una carriera, quella dell’ex tornante d’attacco, che potrebbe finalmente decollare sfatando la fastidiosa etichetta di “zingaro del gol” nei tornei minori, laddove Saraniti è riuscito a costruirsi la fama di implacabile goleador d’area di rigore sulle orme del suo eterno conterraneo Giorgio Corona.

La rivincita di Saraniti, il bomber dei poveri

Prodotto del settore giovanile del Catania, ha iniziato il suo percorso con l’Akragas. Dopo numerose esperienze, i due passaggi con Vibonese e Virtus Francavilla, fondamentali per imprimere una decisa sterzata al suo destino di girovago. Nonostante la dolorosa retrocessione in D maturata nel doppio confronto con il Catanzaro, la prima stagione di Saraniti nella terza serie nazionale ha rivelato un giocatore capace di fare reparto da solo e calamitare su di sé una moltitudine di palloni invitanti da spingere in rete. Prerogativa fondamentale che, unita al senso del gol, rappresenta il vero valore aggiunto per un attaccante in una categoria nella quale si respira ancora l’aria del calcio di una volta. Il passaggio alla matricola guidata da Gaetano D’Agostino, rimasta orfana di Antonio Calabro e Nzola passati nel frattempo al Carpi, è stata la diretta conseguenza di quanto dimostrato in Calabria nei due anni precedenti e anche i risultati del campo hanno confermato la bontà dell’investimento operato dalla dirigenza brindisina. Le 9 reti in 20 presenze, alla media di 1,45 punti a partita, hanno convinto il Lecce ad affondare il colpo nel mercato di gennaio, generalmente in grado di scavare il solco decisivo se sfruttato nel modo giusto. Difficile rinunciare alla chiamata di un club glorioso e voglioso di tornare protagonista come quello giallorosso, ancora di più imporsi immediatamente in un gruppo già rodato e ricco di ottimi elementi, soprattutto nel reparto avanzato. Il gol all’esordio al Via Del Mare con il Catanzaro ha reso tutto più semplice, con Saraniti divenuto punto fermo dell’attacco dei salentini e capace di andare a segno quattro volte in 7 partite disputate con la nuova maglia (13 in totale, capocannoniere del girone C).

La volta buona

La maturità di una squadra esperta, le parate di Perucchini, la solidità dell’attuale miglior difesa del campionato, i gol spesso decisivi di Saraniti, permettono oggi al Lecce di guardare tutti dall’alto in attesa delle ultime 7 partite. L’ultimo successo nel pantano del San Vito di Cosenza ha mantenuto a debita distanza l’agguerrita concorrenza della coppia siciliana Catania-Trapani, attese nelle prossime settimane dallo scontro diretto che i salentini dovranno cercare di sfruttare al meglio per piazzare l’allungo probabilmente in grado di chiudere i conti. La centralità di Saraniti nel Lecce di Liverani non è dato semplicemente dalla sua presenza in area di rigore, ma anche dal ruolo fondamentale nel riuscire a orientare in proprio favore quelle gare bloccate destinate a finire in parità. Le reti segnate in trasferta con Bisceglie e Cosenza dimostrano in questo senso il peso specifico del bomber che ogni allenatore vorrebbe con sé, l’attaccante in grado di rompere l’equilibrio piegando la strenua resistenza  avversaria, aumentando così la consapevolezza e l’entusiasmo di un gruppo sempre più vicino all’obiettivo stagionale. Vincere da favoriti con le reti di un ragazzo venuto da un altro tipo di calcio, eppure implacabile nei momenti che contano, segno inequivocabile di un destino segnato ma mai così importante per cambiare il corso della storia.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita alla SEO non posso più farne a meno

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