Avete mai sentito parlare di Henri Charriere? Vi dice nulla il nome Papillon? La sua storia ha dell’incredibile ed è raccontata in un’avvincente autobiografica, così come in due film, del 1973 e del 2017.
Charlie Hunnam e Rami Malek sono i protagonisti del remake degli anni Duemila di Papillon. Un film ben riuscito che sa mescolare dramma e azione. Ecco come finisce e quali sono le differenze con la vera storia di Charriere.
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Papillon come finisce
L’ultimo tentativo di fuga, riuscito a dire il vero, ha vita breve. Papillon si ritrova nuovamente imprigionato e costretto a trascorrere ben cinque anni in isolamento. Rischia la follia e alla fine il sistema pare avere la meglio su di lui, dal punto di vista fisico e mentale. Ne viene fuori ormai indebolito e viene spedito sull’Isola del Diavolo, dove l’alta scogliera funge da barriera naturale. Qui trova Dega, che ha trovato un proprio equilibrio e sembra non avere alcun interesse nel darsi alla fuga.
Papillon intende però tornare a essere un uomo libero e così prepara delle sacche colme di noci di cocco. Lega il tutto e crea una zattera. Spera che tutto ciò lo aiuti nel salto, che senza un sostegno porterebbe a morte certa. Dega pare voler tentare insieme a lui ma poi decide di tirarsi indietro. Lo fa anche per dargli maggiori chance di sopravvivenza. In due aumenterebbero le possibilità di un serio infortunio dopo il salto e il piano verrebbe compromesso.
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Papillon riesce nell’impresa di sopravvivere al salto e in qualche modo raggiunge il Venezuela. È qui che scrive la propria storia. Il film si conclude con qualche cifra raccapricciante: “Più di 80mila prigionieri furono condannati alla prigione coloniale nella Guyana francese. Molti di loro non hanno mai fatto ritorno in Francia. L’autobiografia di Henri Charriere, Papillon, divenne il bestseller numero uno in Francia e vi rimase per 21 settimane. Ad oggi ha venduto 13 milioni di copie in 30 lingue. Nel 1970 il Ministero di Giustizia francese ha firmato un decreto consentendo a Charriere di tornare in Francia. Per il resto della sua vita ha vissuto come un uomo libero. Il carcere coloniale della Guyana francese non gli è sopravvissuto”.
Papillon la storia vera
Nel 1930 un uomo di nome Roland Legrand, criminale ben noto ma ufficialmente un macellaio, venne ferito da un colpo di pistola allo stomaco alle 3.30 del mattino del 26 marzo. Venne portato in ospedale, dove morì alle 00.10, non prima d’aver dichiarato il nome dell’omicida alla polizia: Papillon Roger.
Il 7 aprile 1930 venne arrestato Henri Charriere, noto come Papillon Pouce-coupé. Condannato per omicidio ai lavori forzati a vita presso il carcere della Guyana francese. Un delitto per il quale si è sempre dichiarato innocente. Tentò numerose fughe, la prima delle quali il 28 novembre 1933, 37 giorni dopo il suo arrivo.
In 13 anni tentò nove volte a fuggire e altri tentativi vennero effettuati a Saint-Laurent-du-Maroni, all’isola di San Giuseppe e l’isola del Diavolo. L’ultima ebbe successo e gli consentì di raggiungere Caracas, in Venezuela. Era il 1945 e quel territorio non aveva accordi di estradizione con la Francia. Era un uomo libero al fianco di Rita Alcover, sua compagna.
Si rifece una vita ma nel 1967 un terremoto distrusse il suo night club. Ciò lo spinse a raccontare la sua storia in un libro autobiografico, Papillon, tra i romanzi che vendette di più negli anni Settanta. Un testo che contiene il 75% della verità, come lui stesso descrive. Graziato nel 1970 dal presidente della Repubblica francese, si è poi stabilito in Spagna, a Fuengirola. È morto nel 1973 a Madrid ma la sua tomba si trova a Lanas, in Ardeche, in Francia. Ciò nel rispetto delle sue ultime volontà, che lo volevano sepolto insieme alla madre.