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Nel 2017 è giunto al cinema un ottimo adattamento della celebre storia di Papillon. Un remake con Charlie Hunnam e Rami Malek dal titolo omonimo. Un rifacimento della pellicola del 1973, basata sull’autobiografia di Henri Charriere.

Papillon è un film che vanta due protagonisti, Henri Charriere e Louis Dega. Al loro fianco vi è però la location nella quale i due si muovono. È impossibile, infatti, non elencarla di diritto tra i protagonisti del film. Questo offre infatti il racconto della prigionia di Charriere, costretto sull’isola del Diavolo, famigerata colonia penale.

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Papillon dove è stato girato

Da Steve McQueen e Dustin Hoffman alla coppia composta da Charlie Hunnam e Rami Malek. Il regista Michael Noer ha confezionato una pellicola davvero interessante, riuscendo a restituire un ottimo equilibrio tra il dramma della prigionia e l’azione delle rocambolesche fughe tentate.

In totale cast e crew sono stati impegnati per 51 giorni. Tanto è stato necessario per completare le riprese, principalmente svolte in Serbia. È questa infatti la location cardine scelta per Papillon del 2017. Ci si è spostati soprattutto tra quattro città:

  • Belgrado
  • Kotor
  • Niksic
  • Ulcinj

La troupe si è poi spostata in direzione di Malta, viaggiando inoltre in Montenegro e, per alcune sequenze, in Thailandia.

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Dov’è l’isola del Diavolo

La maggior parte della trama è ambientata sull’Isola del Diavolo. Questa esiste davvero? Certo! La storia di Henri Charriere, al di là di qualche passaggio romanzato, è autobiografica. Quest’isola è la più piccole dell’arcipelago du Salut, di cui fanno parte anche Ile Saint-Joseph e Ile Royale, al largo della costa della Guyana francese.

Come detto, però, la produzione non ha girato in America del Sud. Storicamente questa piccola isola è stata un carcere per più di 100 anni. Un luogo infernale dal 1852 al 1953, nel quale Charriere mise piede da innocente, dopo essere stato incastrato.

Isola del Diavolo

Wikipedia

Un luogo infernale, ben noto per il duro trattamento riservato ai prigionieri da parte dei loro carcerieri. A ciò si aggiungevano il clima tropicale e le scarse condizioni igieniche, che favorivano il proliferare di malattie. Non sorprende, dunque, l’elevato tasso di mortalità, che raggiunse anche il 75%. La chiusura è stata decretata soltanto in tempi moderni, precisamente nel 1953.

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