Non siamo più vivi è una nuova serie TV giunta in streaming su Netflix. Il titolo è stato caricato sulla piattaforma venerdì 28 gennaio e ha rapidamente conquistato la vetta della Top 10. Si candida come nuovo show di culto dopo il successo globale di Squid Game, confermando l’enorme attenzione del pubblico per i titoli asiatici.
Scopriamo tutto ciò che c’è da sapere su Non siamo più vivi, la prossima serie TV della quale sentirete parlare i vostri amici. Dodici episodi a dir poco esaltanti, disponibili in lingua originale e con doppiaggio italiano.
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Non siamo più vivi, trama e cast
Non siamo più vivi è una nuova serie TV coreana che si aggiunge al catalogo streaming di Netflix. Si può dire faccia parte di un periodo a dir poco felice per le produzioni asiatiche, che finalmente hanno fatto breccia nel cuore del pubblico di massa tra Stati Uniti ed Europa.
Creata da Chun Sung-il e diretta da Lee Jae Gyu e Kim Nam-su, è ben nota in tutto il mondo con il titolo inglese All of us are Dead.
La trama è basata sul celebre webtoon coreano Now at Our School. Il titolo, tradotto in inglese (ecco il titolo originale: 지금 우리 학교 는), fa riferimento a una scuola perché è proprio questo il set principale dove tutta l’azione è concentrata.
Si tratta di un istituto superiore di una piccola cittadina, all’interno della quale viene scoperto uno studente con degli strani sintomi. Rapidamente un misterioso virus si diffonde dal paziente zero a molti altri studenti, professori e staff. Impossibile contenerlo e così il contagio supererà facilmente i confini scolastici, travolgendo la città.
Sempre più persone vengono contagiate e l’allarme raggiunge le autorità competenti, che fanno scattare lo stato d’emergenza. La città viene messa in quarantena. Nessuno può uscire, il che è quasi una condanna a morte per i non infetti ancora all’interno. Il virus, infatti, trasforma le persone in esseri affamati di carne umana: zombie.
Un gruppo di studenti si ritrova ad assistere alla drammatica trasformazione di alcuni amici. Si ritroveranno bloccati a scuola, costretti a combattere con tutte le proprie forze per avere salva la vita. Il loro liceo è di colpo diventato un campo di battaglia. Nessuno di loro può comunicare con l’esterno, i loro ex amici sono creature cannibali e nessun adulto è lì a proteggerli. Chi riuscirà a salvarsi?
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Ecco il cast di Non siamo più vivi:
- Park Ji-hu: On-jo
- Yoon Chan-young: Cheong-san
- Park Solomon: Lee Soo-hyuk
- Cho Yi-hyun: Nam-ra
- Lomon: Su-hyeok
- Yoo In-soo: Gwi-nam
- Lee Yoo-mi: Lee Na-yeon
- Kim Byung-chul: Lee Byeong-chan
- Lee Kyu-hyung: Song Jae-il
- Jeon Bae-soo: Nam So-ju
Non siamo più vivi, streaming
Chiunque volesse vedere Non siamo più vivi potrà farlo attraverso il proprio account Netflix. La piattaforma streaming è disponibile in app su tutti i dispositivi. Basta accedere dal proprio smartphone, tablet, computer, portatile, console o Smart TV.
Non siamo più vivi, perché vederla
Ogni uomo o donna ha dentro di sé il potenziale di trasformarsi in un essere spietato, pronto a tutto pur di avere salva la vita. Se per alcuni questo passaggio è tremendamente facile, vedasi i serial killer, per altri si tratta di un’ipotesi a dir poco impossibile. La maggior parte della popolazione non prenderebbe mai in considerazione l’idea di mutilare e uccidere membri della propria specie, figurarsi della propria comunità o cerchia di amici.
Cosa accadrebbe, però, se le circostanze mutassero di colpo, catapultando tali soggetti in un mondo di sangue e terrore? Spalle al muro, costretti a uccidere o essere uccisi, sarebbero in grado di difendersi o si lascerebbero divorare? Sono questi interrogativi che rendono avvincenti film e serie TV del filone zombie, soprattutto se alle spalle della trama violenta, splatter e d’azione si nasconde un’analisi sociale intrigante.
Abbiamo già avuto modo di scoprire le circostanze speciali di Squid Game, per restare in ambito di produzioni asiatiche recenti. Abbiamo ora modo di vedere cosa accade nel micro universo della scuola di Non siamo più vivi. Nella trama parliamo di infetti, di un virus che lentamente si propaga. È giusto soffermarsi su questo tema, dal momento che gli zombie non sono altro che malati. Non hanno colpe e sono di fatto le prime vittime di questa pandemia.
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Al fine di sopravvivere, però, è necessario considerarli morti, anche se non lo sono ufficialmente. È fondamentale convincersi che meritino la morte, che siano nemici, seppur considerati amici fino a poco tempo fa.
Tutto ciò che accade, però, non è frutto del caso, bensì di una decisione umana. Come sempre in questi casi. Un professore decide di iniettare un siero al figlio. Questi è vittima di bullismo e l’uomo non riesce ad accettare la sua paura. Vuole che sia in grado di difendersi e così mette in circolo nel suo corpo ciò che crede possa trasformare il suo terrore in furia. Una questione sociale quanto mai serie e complessa. In Corea, infatti, c’è chi tende ad avere una visione distorta del bullismo. Se è vero che non si dovrebbero tormentare gli altri, parte della colpa è da addossare alle vittime, fin troppo deboli e dunque quasi meritevoli di questo status.
Se a tutto ciò si aggiungono ironia, splatter e una spruzzata di romanticismo, ciò che si ottiene sono dodici episodi che gridano binge watching. Difficilmente sarete in grado di smettere di guardarla dopo aver iniziato.
Non siamo più vivi, stagione 2?
Le decisioni di Netflix si basano sui numeri e quelli di Non siamo più vivi (All of Us Are Dead) sono decisamente esaltanti. La serie coreana è balzata in vetta alle top 10 di svariati Paesi, dall’Italia agli Stati Uniti. Un successo istantaneo che lascia pensare ci possa essere una seconda stagione dopo questi 12 episodi iniziali.
Tutto lascia pensare che tra meno di un mese si possa ottenere la conferma per un rinnovo, come accaduto con Squid Game. In merito si è espresso Lee Jae Gyu, regista del show: “Non riesco a credere a tutto l’amore che la serie sta ricevendo in così tanti Paesi in giro per il mondo. Ne sono così grato. Sarà un vero e proprio sollievo per tutti gli attori e la crew, che si sono dedicati a questo progetto per due anni”.
Si è anche espresso sulla serie in sé, ovvero sul senso della trama: “Ho pensato a cosa voglia dire essere un adulto e che effetto hanno su di noi l’educazione ricevuta e la società nella quale viviamo. Quando guardi la serie, puoi vedere questi adolescenti in situazioni di vita o morte. Credo possa dare agli adulti molto su cui riflettere”.
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