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Più forti del destino è una miniserie Mediaset in costume, ambientata nella Palermo di fine 1800. La società è di tipo patriarcale e opprime senza scrupoli le donne. Le tre protagoniste lotteranno per ribellarsi al sistema, lanciando un messaggio purtroppo ancora valido nel 2022.

Più forti del destino è il remake di una serie francese e, come questa, trae ispirazione da una drammatica storia vera. Vi riportiamo di seguito la trama della miniserie e i fatti avvenuti a Parigi presso il Bazar de La charité, che sconvolse la principessa Sissi.

Più forti del destino, trama

Vi è una grande differenza tra Più forti del destino e le altre, tante, fiction italiane in costume. In questo caso, infatti, si fa riferimento in parte a una storia vera, ambientata proprio a Palermo nel 1897.

Iniziamo col raccontare brevemente la trama di Più forti del destino. La storia prende il via da un drammatico incendio avvenuto in un’antica villa. Tutto pare causato da un proiettore dell’innovativo cinematografo presentato durante una fiera dedicata alle nuove tecnologie. Le fiamme avvolgono tutto e uccidono molte persone, soprattutto donne. Un evento che cambia la vita di Costanza, Arianna e Rosalia. C’è chi si finge morta per sfuggire al marito abusivo, chi è promessa in sposa ma viene salvata da uno sconosciuto di cui si innamora e infine una di loro si ritrova a fingere d’essere la figlia di una nobildonna, morta in realtà nell’incendio.

Più forti del destino, storia vera della morte della sorella di Sissi

Scopriamo ora qual è la storia vera che ha ispirato Più forti del destino. Siamo nella Parigi del 1897 presso il Bazar de La charité, evento di beneficenza creato da Harry Blount nel 1885. Alle spalle di tale organizzazione vi era l’alta aristocrazia cattolica francese, sconvolta dal devastante incendio che divampò.

Tra le fiamme persero la vita 126 persone, di cui 118 donne. Tra di esse la più celebre era senza dubbio la duchessa di Alençon, Sofia Carlotta di Baviera, sorella dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, ben nota al mondo come la principessa Sissi.

Nella realtà degli eventi l’incendio non si diffuse in una villa, bensì in un capannone interamente realizzato in legno. Al suo interno venne realizzata una strada in tipo medievale, composta da legno, cartone, cartapesta e stoffa. Le fiamme trovarono ampiamente modo di diffondersi. Le uscite vennero mal segnalate e in breve il capannone divenne una trappola mortale.

Tra le stanze più ammirate vi era quella arricchita da un proiettore messo a punto dai fratelli Lumiere. La magia del cinematografo fu però letale. Il proiezionista sfruttava un sistema a base di etere e ossigeno e la sua attrezzatura prese fuoco. La miccia di un incendio devastante, con 126 vittime e 200 ferite.

Bazar de La charité

Biblioteca digitale Gallica – Wikipedia

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