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Tra i concorrenti di Pechino Express 2022 vi è un nome che avrà di certo fatto corrucciare la fronte degli spettatori. Si tratta di Bruno Fabbri. La domanda sorge spontanea: chi è? Perché è impegnato in questa folle avventura in Medioriente?

Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su Bruno Fabbri, che è in gara al fianco di Alex Schwazer. L’atleta e il medico sportivo non potevano avere altro nome per la propria squadra se non quello de Gli atletici.

Chi è Bruno Fabbri

Nato il 17 settembre 1958 a Mondavio, in provincia di Pesaro, Bruno Fabbri è un noto medico sportivo. Diplomatosi presso il liceo classico Nolfi di Fano, ha frequentato il Conservatorio Musicale di Pesaro, abbandonato qualche tempo dopo. Ha però conseguito il diploma presso il Conservatorio di Padova nel 2020, concludendo un percorso iniziato molti anni prima.

Capisce che la sua strada nella vita non è la musica, che resta una profonda passione. Nel 1977 si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia presso l’Università di Bologna. Si laurea nel 1983 e nel 1988 si specializza in Medicina dello Sport.

Bruno Fabbri e Alex Schwazer

La sua carriera lo porta a diventare Direttore del Centro di Medicina dello Sport di Padova. È il 1994 e l’anno successivo prende parte al Master Internazionale in cardiologia applicata allo sport della scuola dello sport del CONI. In seguito anche al Master Internazionale in Scienza della Alimentazione applicata allo sport presso la Seconda Università di Napoli.

Un vero esperto nel proprio campo, riconosciuto a livello internazionale. Ha collaborato con la rivista International Tourist Press, specializzandosi poi in Idrologia Media nel 1999. Lavora come docente, giornalista e scrittore, pubblicando il libro nel 2020 “Il sesso come sport. Guida pratica all’allenamento per i match più importanti della nostra vita”.

Dopo i contatti lavorativi avuti con Alex Schwazer nel corso degli anni, Bruno Fabbri si è ritrovato a gareggiare con lui in prima persona. Nel corso della conferenza stampa hanno spiegato come la preparazione atletica non li abbia avvantaggiati. Il gioco si basa tutto sulle capacità relazionali. Da questo punto di vista, ha spiegato il marciatore, un atleta è svantaggiato perché in corsa è da solo e non parla con nessuno.

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