Mystic River è uno dei film più famosi di Clint Eastwood. Una pellicola che è un vero pugno allo stomaco in molti suoi aspetti, giunta al cinema nel 2003. Un cast eccellente, come dimostrano i due Oscar e altrettanti Golden Globe vinti da Sean Penn e Tim Robbins.
C’è qualcosa di reale che si cela tra le pagine della sceneggiatura di questo film? Quella di Mystic River è storia vera? Non del tutto ma una parte lo è e si tratta di una delle più importanti della storia narrata da Clint Eastwood.
Mystic River, trama e cast
Sean, Jimmy e Dave sono tre ragazzini che vivono le proprie giornate l’uno al fianco dell’altro. È il 1975 e la città è Boston. Un giorno stanno incidendo i propri nomi sul cemento fresco, quando si beccano un rimprovero da parte di un poliziotto che, affiancato da un sacerdote, intima a Dave di salire a bordo, così da accompagnarlo a casa.
Il giovane non tornerà dai suoi genitori, sparendo per quattro giorni. Un’esperienza a dir poco traumatica, mai condivisa con nessuno. Da quel giorno si è allontanato dai suoi amici, mostrandosi come una persona del tutto differente rispetto al passato.
Trascorsi 25 anni, Katie, la figlia di Jimmy, viene ritrovata priva di vita, uccisa selvaggiamente. Sean è da allora divenuto un poliziotto e deve indagare. Riuscire a tenere a bada Jimmy, noto criminale, è impossibile, così come riuscire a indagare senza ostacoli. Il caso si complica quando si scopre che Dave è tornato a casa coperto di sangue la notte dell’omicidio, sostenendo d’essere stato rapinato.
Ecco il cast di Mystic River:
- Sean Penn: Jimmy Markum
- Tim Robbins: Dave Boyle
- Kevin Bacon: Sean Devine
- Laurence Fishburne: sergente Whitey Powers
- Marcia Gay Harden: Celeste Boyle
- Laura Linney: Annabeth Markum
- Emmy Rossum: Katie Markum
- Tom Guiry: Brendan Harris
- Kevin Chapman: Val Savage
- Adam Nelson: Nick Savage
- Robert Wahlberg: Kevin Savage
- Eli Wallach: Sig. Loonie
- Cameron Bowen: Dave da bambino
- Connor Paolo: Sean da bambino
Mystic River, storia vera
La sceneggiatura di Mystic River è originale e non adatta fatti realmente accaduti. Non del tipo che trova spazio sui giornali, almeno. La scena iniziale è però frutto di una storia vera, accaduta allo sceneggiatore Dennis Lehane. Facciamo riferimento al rapimento di Dave. La madre di Lehane lo rimproverò duramente, quando era un ragazzino, per essere salito a bordo di un’auto con due uomini che sostenevano d’essere poliziotti in borghese.
Un episodio che aprì i suoi occhi e gli fece comprendere come il mondo possa essere un luogo pericoloso. Rischi enormi si annidano dietro le azioni più innocue, almeno in apparenza.
Mystic River, spiegazione finale
Parlando del finale di Mystic River, è ovvio che siamo in territorio Spoiler Alert. Detto questo, dopo grandi sospetti e indagini sommarie, Jimmy decide di agire e prendere la situazione nelle sue mani. La rabbia ha il sopravvento, come sempre nel suo caso, e uccide l’amico di un tempo, Dave. Per meglio dire ammazza ciò che è diventato dopo quella tragedia di cui non ha mai voluto parlare. Tutto pare puntare contro di lui, almeno nella mente di un uomo obnubilato dal dolore per la perdita della figlia.
Una morte inutile ed evitabile, che non porta con sé alcuna giustizia, neanche sommaria. Dave era innocente, così come si professava. Nel finale vediamo Sean guardare Jimmy alla finestra. Il poliziotto è in strada e sa bene cosa abbia fatto l’ex amico d’infanzia. Gli fa un gesto con la mano, imitando un colpo di pistola. Un modo per dirgli cosa lo attende. Cosa sia non possiamo saperlo. Lo denuncerà? Gli starà addosso fino al prossimo errore per sbatterlo dentro o peggio?
Il film non offre risposte perché a noi poveri umani raramente ne vengono fornite, non quelle alle domande più importanti almeno. Siamo vittime di tragedie immagini e inevitabili. Vascelli in balia della tempesta. Agiamo per reazione, nella maggior parte dei casi, e la nostra capacità di controllo è vicina allo zero.
Ci lascia con questa amara consapevolezza il finale di Mystic River, con Clint Eastwood che non nutre il minimo interesse nel fornire al pubblico una conclusione soddisfacente. Il cerchio non si chiude perché non è mai esistito. Ciò che proviamo è solo un frammento nel nostro campo visivo di un flusso di eventi drammatici che travolte l’umanità tutta.
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