Red è il nuovo film d’animazione Disney Pixar. Una pellicola uscita venerdì 11 marzo 2022, saltando del tutto la sala cinematografica. La stessa strategia scelta per Luca. Una storia di formazione che parla dritto al cuore.
Scopriamo ciò che c’è da sapere su Red, il cui titolo originale è Turning Red. Una storia dolce e nella quale è facile rispecchiarsi, che adatta in maniera fantasiosa una delle fasi più complesse della vita di tutti noi.
Red, trama e cast
Mei Lee è pronta a mettere piede nell’età dell’adolescenza, volente o nolente. Ha 13 anni e ciò che l’attende è un mondo in costante cambiamento. Di colpo tutto è differente. Si modifica il suo modo di pensare, il che acuisce i contrasti con la sua famiglia. Muta anche il suo corpo, in maniera radicale e ben differente da tutti gli altri.
Quando le emozioni prendono il sopravvento, si trasforma in un panda rosso di dimensioni gigantesche. Tutto ciò deriva dal profondo legame della sua famiglia con questa creatura. Riuscire a gestire il tutto sembra impossibile, muovendosi tra scuola, amici, pressioni e una madre iperprotettiva.
Ecco il cast originale di Red:
- Rosalie Chiang: Mei Lee
- Sandra Oh: Ming Lee
- Ava Morse: Miriam
- Maitreyi Ramakrishnan: Priya
- Orion Lee: Jin Lee
- Wai Ching Ho: Nonna di Mei
Ecco il cast italiano di Red:
- Chiara Fabiano: Mei Lee
- Daniela Calò: Ming Lee
- Nicole Damiani: Miriam
- Vittoria Bartolomei: Abby
- Sara Labidi: Priya
- Antonella Giannini: Nonna
- Valeriano Corini: Tyler
- Cinzia De Carolis: Zia Chen
- Mirta Pepe: Zia Ping
- Oliviero Dinelli: Signor Gao
Numerose le guest star del film d’animazione Disney Pixar: Ambra Angiolini, Sabrina Impacciatore, Marco Maccarini, Federico Russo, Hell Raton, Baltimora, Versailles, Karakaz e Moonryde.
Red streaming
Red, film d’animazione Disney Pixar, non è uscito al cinema ma, dall’11 marzo, soltanto in streaming su Disney Plus. Chiunque volesse vedere la pellicola potrà farlo accedendo alla piattaforma, la cui app è visibile su tutti i dispositivi: smartphone, tablet, computer, console e Smart TV.
Red, perché vederlo
Red è la seconda opera di Domee Shi sul tema dei rapporti famigliari, nello specifico tra figli e madri. Come dimenticare l’amara dolcezza di Bao, corto Pixar da Oscar che pone al centro il dolore provato da una madre che vede allontanarsi il figlio dal nido. Una sofferenza tale da immaginare che un baozi, panino cotto al vapore, prendesse vita. Un modo per avere nuovamente qualcuno di cui prendersi cura.
Era il 2018 e quattro anni dopo eccola proporsi come prima regista di un lungometraggio Disney Pixar e, come c’era da aspettarsi, fa centro al primo colpo. Anche in questo caso siamo in Canada, come nel corto, nello specifico a Toronto. Il film, però, non propone la stessa prospettiva del corto. Lo spettatore deve infatti porsi nei panni di una figlia tredicenne, Mei Lee, alle prese con una madre iperprotettiva e una vita sul punto d’essere stravolta dall’adolescenza e, con essa, da una strana capacità in grado di complicare la sua esistenza.
Ciò che realmente ostacola Mei Lee è però l’ossessione impartita dalla sua famiglia di onorare a tutti i costi i propri genitori. La sua giovane esistenza è un dono, non richiesto, del quale deve però pagare il prezzo. Si divide così tra scuola e qualsiasi sorta di mansione richiesta dalla madre Ming. Il loro rapporto sembrava andare a gonfie vele, almeno dal punto di vista della donna. Aveva la figlia perfetta, pronta a qualunque cosa pur di soddisfarla, anche reprimendo le proprie emozioni.
È questo che la mette nei guai. L’adolescenza giunge e non fa altro che distruggere il vaso di Pandora, lasciando quel vortice emotivo correre libero e travolgere tutto intorno a sé. Così avviene la prima trasformazione, dopo aver represso i propri desideri ancora una volta.
Domee Shi riesce a confezionare un’opera delicata e non banale Per quanto il finale si possa prevedere, infatti, riesce a tenere viva l’attenzione con un ottimo equilibrio di emotività e umorismo. La ricetta funziona alla perfezione e riesce nell’intento di rendere la storia di Mei universalmente valida. Le differenze culturali sono una piccola cosa dinanzi all’eterno conflitto genitori-figli. Se da una parte si tende a diventare ciò che abbiamo giurato di non essere, dall’altro si vive un’esistenza in cui tutto è incredibilmente amplificato. Con questo film la regista si regala un “autoabbraccio”. Fa una carezza alla se stessa d’allora e, con uno stile eccellente, a tutti noi.
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