The Lost Daughter – La figlia oscura è il film d’esordio da regista dell’attrice Maggie Gyllenhaal in un lungometraggio. La pellicola è stata presentata al Festival del Cinema di Venezia e vanta un cast che vede come protagoniste Olivia Colman e Dakota Johnson.
Alla base di The Lost Daughter – La figlia oscura, film candidato a tre Oscar 2022, vi è un celebre romanzo di Elena Ferrante, pubblicato nell’ormai lontano 2006, dal titolo omonimo. Scopriamo insieme la trama e il cast completo della pellicola e le differenze che vi sono con il libro.
The Lost Daughter – La figlia oscura, trama e cast
Leda è una donna di mezza età divorziata, che lavora come professoressa di inglese e ha trascorso la propria vita a occuparsi delle due figlie. Si concede una vacanza in una località di madre, dove di colpo arriva a travolgere la sua quiete una famiglia del Queens. Superato il fastidio iniziale, Leda inizia a osservare attentamente Nina, giovane madre che fa parte di questo gruppo caotico e rumoroso.
Il rapporto che la giovane madre ha con la figlia riporta alla memoria della protagonista la propria relazione con le figlie, ormai ventenni. Un rapporto complesso e conflittuale, che ha contrastato la voglia di una carriera nel mondo accademico di Leda. Risentimenti, rimpianti e numerose fantasie attanagliando la mente di una donna di colpo sola, che ha sacrificato tanto per le sue bambine e che ora si sente svuotata, abbandonata e tradita da tutti.
Ecco il cast di The Lost Daughter – La figlia oscura:
- Olivia Colman: Leda Caruso
- Jessie Buckley: Leda da giovane
- Dakota Johnson: Nina
- Peter Sarsgaard: professor Hardy
- Oliver Jackson-Cohen: Toni
- Paul Mescal: Will
- Ed Harris: Lyle
- Dagmara Domińczyk: Callie
- Alba Rohrwacher: escursionista
- Jack Farthing: Joe
The Lost Daughter – La figlia oscura, differenze dal libro
Come detto, The Lost Daughter, esordio alla regia di Maggie Gyllenhaal, è un adattamento del romanzo di inizio anni Duemila di Elena Ferrante, La figlia oscura. Una storia drammatica, che scava all’interno dell’animo umano e porta a galla ferite profonde, come spesso accade negli scritti della celebre autrice dal volto ignoto.
Vi sono però svariate differenze tra un media e l’altro. La regista ha infatti apportato numerose modifiche, facendo propria la storia del romanzo. La prima cosa che notiamo, e come non si potrebbe, è l’americanizzazione generale della vicenda. Per quanto alcuni nomi siano stati tutelati, offrendo qualche rimando diretto al libro, come quello della protagonista Leda, molte cose sono differenti. Gyllenhaal decide di lasciare intatta quasi la totalità dell’architettura della trama, pur mutando i personaggi da italiani ad americani, com’era necessario d’altronde, dato il cast (Leda è britannica ma vive in New England).
Nel romanzo vediamo come la narrazione avvenga in prima persona e spesso si svolga all’interno della mente di Leda. Il film non può permettersi questo approccio e dunque esteriorizza molti dei suoi dialoghi interni. I ricordi si fanno flashback e Olivia Colman lascia il posto a Jessie Buckley, che interpreta una giovane Leda.
Passare da una donna che vive molto nella propria testa a un’altra chiamata a esporre i propri pensieri al mondo, vuol dire stravolgere il personaggio in buona parte. Una scelta coraggiosa della regista, che paga. Leda nel romanzo si mostra alquanto composta al mondo, pur perdendosi in fantasie anche molto spinte. Nella pellicola invece agisce, provando a mettere in moto situazioni che non nascono a muoiono unicamente nella sua testa, offrendo chiaramente l’immagine di una donna sola che fa fatica ad accettare il tempo che passa.
Presentato diversamente, inoltre, un episodio chiave tra Leda e Nina. La confessione della protagonista avviene in privato nel film, mentre è spiattellata dinanzi a tutti nel romanzo. Ciò cambia alcune dinamiche tra i due personaggi. Evitiamo ulteriori commenti per evitare spoiler. Non viene inoltre citata nella pellicola Lucilla, mai mostrata nei flashback di Leda, pur avendo un ruolo nella visione che lei ha di sé come madre e come moglie. Si evita inoltre di sottolineare nella pellicola come le figlie si siano trasferite in Canada per stare più vicine al padre e che questa sia la prima vacanza di Leda da quando le due hanno lasciato la casa. Tutto ciò la spinge ulteriormente ad analizzare il suo ruolo di madre tra passato e presente. Dettagli che vengono lasciati all’interpretazione di Olivia Colman, che sa trasmetterli egregiamente con un’interpretazione da Oscar.
The Lost Daughter – La figlia oscura streaming legale
The Lost Daughter – La figlia osucra arriverà in streaming su Netflix. Attualmente non fa parte del catalogo della piattaforma, almeno in Italia, considerando come l’uscita al cinema è prevista per il 7 aprile. Ciò non vuol dire, però, che non si possa vedere in streaming anche da noi. Basta utilizzare un servizio VPN per connettersi al proprio account Netflix, mascherando il proprio IP, così da apparire connessi oltre i confini italiani, precisamente statunitensi. Il gioco è fatto: buona visione.
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