Green Book è un film del 2019 diretto da Peter Farrelly. Al centro della trama vi sono Tony Lip e Don Shirley, rispettivamente interpretati da Viggo Mortensen e Mahershala Ali. La pellicola si basa su una storia vera, anche se ha generato non poche polemiche su questo fronte. Sapete a cosa fa riferimento il titolo esattamente?
Il Green Book esiste davvero, purtroppo o per fortuna. È un bene che sia stato realizzato, come spiegheremo in seguito, ma è atroce il fatto che sia stato necessario un gesto di questo genere. Di seguito troverete tutti i dettagli per capire esattamente di cosa stiamo parlando. Purtroppo questa è la parte più vera di tutto il film.
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Green Book significato e perché si chiama così
Nel film vediamo l’artista Don Shirley allontanarsi dal proprio mondo, ovvero il nord del Paese. Intende recarsi al sud, dove chiunque non sia bianco riceve un trattamento ostile nel migliore dei casi. Sa bene che la sua vita potrebbe essere in pericolo e per questo assume Tony Lip, tanto come autista quanto come guardia del corpo.
Durante il tour dovrà soggiornare e mangiare presso attività che accettano “quelli come lui”. I neri devono stare tra loro e non mescolarsi ai bianchi, se non assolutamente necessario. È questa la realtà con la quale deve fare i conti. Per quanto assurdo, le stesse persone pronte a pagarlo per vederlo esibirsi, non gli consentono di cenare nello stesso locale.
Per spostarsi agevolmente da una struttura consentita all’altra utilizza il Green Book, che dà il titolo al film. Si tratta di un vero e proprio libro, scritto nel 1936 da Victor Hugo Green. Ecco spiegato, dunque, il nome. Questi era un ex impiegato delle poste di Harlem, a New York. Un volume per consentire ai neri d’America di sopravvivere in un Paese chiaramente razzista.
La prima edizione non era altro che un fascicolo di 16 pagine. L’analisi del territorio copriva soltanto l’area metropolitana di New York. Ottenne un enorme successo in fatto di vendite. La richiesta era frutto di una chiara necessità, purtroppo. A partire dalla seconda edizione, l’anno dopo, arrivò a coprire tutti gli Stati Uniti. La sua ultima edizione, pubblicata nel 1966, era composta da 120 pagine.
Un manuale salvavita, fondamentale soprattutto fino al 1964, anno del Civil Rights Act, voluto da John Fitzgerald Kennedy, che rese illegali le disparità di registrazione nelle elezioni e la segregazione razziale.
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