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L’Ora è stato il giornale di Palermo in prima linea nella lotta alla mafia, la cui storia è narrata nella fiction di Canale 5 L’Ora – Inchiostro contro piombo.

Si vi sta piacendo la nuova miniserie di Canale 5 L’Ora – Inchiostro contro piombo, allora dovete sicuramente approfondire la storia del celebre quotidiano palermitano divenuto un simbolo della lotta alla mafia tra gli anni Cinquanta e Sessanta.

La potete scoprire leggendo un libro come Nostra Signora della Necessità di Giuseppe Sottile, che è la principale fonte d’ispirazione per la fiction di Canale 5, altrimenti potete andare avanti a leggere questo articolo.

La vera storia de L’Ora di Palermo

L’Ora è stato fondato nel 1900 a Palermo per iniziativa della ricca famiglia locale dei Florio, attiva nel settore vinicolo siciliano. Nato per rappresentare le istanze dell’isola in un Paese in cui Roma e il Nord avevano molto più peso politico ed economico, seppe emergere grazie ad accordi di collaborazione con importanti giornali stranieri e grazie alla presenza di firme prestigiose come Luigi Pirandello, Matilde Serao, Giovanni Verga e Filippo Tommaso Marinetti.

Durante i primi anni del Fascismo, si segnalò anche per una decisa attività di resistenza al regime, ad esempio diventando il primo quotidiano italiano a pubblicare il memoriale Rossi, in cui si accusava Mussolini di essere il mandante dell’omicidio Matteotti. Questo gli causò non pochi problemi, tra cui lo stop alle pubblicazioni fino al 1927, il ritorno come giornale ormai fascistizzato e il passaggio da varie differenti proprietari.

Nell’immediato dopoguerra, L’Ora è rinato, focalizzandosi da subito come giornale di sinistra, molto attento alle lotte sociali e operaie. Prima si schierò per la Repubblica durante il referendum del 1946, in controtendenza rispetto alla popolazione sicialiana, e poi schierandosi contro la banda di Salvatore Giuliano, che arrivò anche a minacciare la redazione.

Questa sua inclinazione politica lo portò a venire rilevato nel 1954 dall’editrice GATE di Amerigo Terenzi, di proprietà del Partito Comunista Italiano e già editore del quotidiano romano Paese Sera. Sotto questa direzione, arrivò a Palermo Vittorio Nisticò, che diresse il giornale fino al 1975, ristrutturandolo sia a livello grafico che di approccio, e iniziando le inchieste contro la mafia che resero L’Ora famoso in tutta Italia.

Negli anni Settanta, con l’emergere di nuovi giornali siciliani e delle tv locali, il quotidiano ha inizio a perdere lettori, e lo scioglimento del PCI seguito alla caduta del Muro di Berlino ha segnato anche la fine de L’Ora, che ha chiuso i battenti nel 1992.

In seguito si è provato più volte a riportarlo in vita, anche senza più riuscire a conquistare il ruolo centrale nell’informazione in Sicilia che aveva un tempo. L’ultima di queste iniziative risale al 2014, e ha condotto alla rinascita de L’Ora come giornale online.