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Una frase di Niccolò Ghedini è passata alla storia. Morto a 62 il legale di Berlusconi lo definì utilizzatore finale: ma che significa?

Per mesi, forse anni, è diventa virale la frase di Niccolò Ghedini che ad “Affari Italiani” definì l’allora premier Silvio Berlusconi utilizzatore finale. Morto a 62 anni, il penalista e senatore sul fronte gossip diventò una celebrità per questa storica definizione del Cavaliere che, come spesso accade, è stata poi nel tempo resa popolare e storpiata nel suo reale significato.

Il figlio del noto avvocato padovano Giuseppe Ghedini utilizzò un‘espressione da manuale di retorica, con una sagacia impressionante rispose alle domande del quotidiano digitale che ha ripercorso la storia della frase. Era nel giugno del 2009 quando Niccolò Ghedini disse che se per assurdo fossero state vere le affermazioni di Ruby su Berlusconi, il primo ministro sarebbe stato giuridicamente l’utilizzatore finale e quindi non punibile penalmente.

Ma cosa significa utilizzatore finale e perché il penalista definì così il Cavaliere? Secondo la Treccani, e spiegato da noi in parole molto povere, è colui che ha ricevuto un benefit dall’amore fisico . Il termine della frase del penalista del presidente del Monza è coniato dal mondo dell’elettronica e definisce colui che alla fine della processo di produzione si trova al termine della catena, il consumatore per intenderci. Utilizzatore finale è diventato così un neologismo coniato da Niccolò Ghedini per spiegare la non punibilità penale di Berlusconi nella vicenda Ruby.

Lo stesso senatore morto a causa di una grave leucemia spiegò sempre nel 2009, questa volta al Corriere della Sera, il significato dell’espressione che ha fatto scalpore. Per il legale del Cavaliere il termine non è offensivo è semplicemente giuridico e spiega in maniera tecnica le differenze di responsabilità in un atto, in questo caso fisico. L’avvocato specificò che era probabilmente crudo come termine ma per la legge “colui che riceve è l’utilizza­tore finale”.

Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita alla SEO non posso più farne a meno