La terza e penultima puntata de Le indagini di Lolita Lobosco si intitola Spaghetti all’assassina. Trovate qui la ricetta per replicare il piatto.
Uno dei protagonisti della terza puntata de Le indagini di Lolita Lobosco è rappresentato da un piatto di pasta, che dà addirittura il titolo all’episodio. Parliamo degli spaghetti all’assassina. Nella trama viene spiegato come si tratti del punto forte del menu di un locale in cui il cuoco è stato ucciso. La comunità è sconvolta, considerando l’immagine che tutti avevano dell’uomo. Il vicequestore si mette però all’opera e rapidamente vengono fuori numerose ombre su tale figura, che sarà anche vittima in questo caso ma non lo è stato mai in vita. Un vero e proprio carnefice, il cui potenziale assassino potrebbe celarsi in svariati luoghi, dato il rancore e l’odio dilaganti nei suoi confronti. Nel corso della puntata è impossibile non farsi ingolosire dal piatto di gustosi spaghetti all’assassina che vediamo inquadrati. Il nome è decisamente particolare e, qualcuno ne sarà sorpreso, questa ricetta esiste realmente. Di seguito vi spieghiamo in che modo replicarla al meglio, per una serata gustosa.
Spaghetti all’assassina: ricetta
Se parliamo della ricetta degli spaghetti all’assassina pensiamo alla Puglia e, nello specifico, alla città di Bari. Si tratta di un piatto tipico che la scrittrice Gabriella Genisi, barese purosangue, ha ben descritto nel suo romanzo, da cui è tratto il singolo episodio e, ovviamente, l’intera serie con Luisa Ranieri. Così come per i grandi classici romani e napoletani, per citare celebri cucine del centro sud italiano, il rispetto della tradizione è fondamentale. L’autrice, intervistata da Repubblica, ha delineato il modo migliore per proporre gli spaghetti all’assassina, dimostrandosi una vera e propria integralista.
Le radici della ricetta affondano nel ristorante Al Sorso preferito, celebre nel cuore di Bari nell’ormai secolo scorso. Una volta comprato, i nuovi proprietari hanno trovato il nome sul menu e hanno deciso di tenerlo e riproporlo. Rispettare la tradizione non vuol dire soltanto scegliere determinati ingredienti. Occorrono anche i giusti strumenti del mestiere. Si ha bisogno, ad esempio, di una padella in ferro nero per condurre al meglio il calore. Peccato che questa sia ritenuta illegale, dato il rilascio di ossidi e sostanze pericolose per la salute. L’alternativa esiste e si chiama padella antiaderente. Dev’essere però di ottima fattura, dal momento che si richiede una fiamma molto alta durante la cottura.
Un solo tipo di pasta, gli spaghetti. Zero concessioni sotto questo punto di vista. Perché si parla di assassina? Il motivo è molteplice. Si parte con il gran quantitativo di peperoncino, per arrivare allo spaghetto ben attaccato e risottato. Ecco, nello specifico, gli ingredienti di cui avete bisogno:
- 400 gr di spaghetti
- Concentrato di pomodoro
- 170 gr di passata di pomodoro
- 3 peperoncini secchi (almeno 3)
- 2 spicchi d’aglio
- olio extravergine d’oliva
- sale
Passiamo infine alla preparazione. Facciamo bollire abbondante acqua con sale e concentrato. Spezziamo il peperoncino in padella con l’aglio, lasciando tutto a rosolare, per poi mescolare per bene dopo aver aggiunto la passata. Aggiungiamo poi il sale. Gli spaghetti vanno uniti ancora crudi. Se la padella dovesse essere troppo piccola, toccherà spezzarli a metà. Mescoliamo lentamente, senza paura che gli spaghetti si attacchino sul fondo. Deve accadere proprio questo. Non appena ciò accade, li si muove delicatamente, aggiungendo uno o due mestoli di brodo, all’occorrenza. Si continua a mescolare, fino a far consumare il liquido. Lasciamo stare il tutto, per poi mescolare lentamente solo quando sentiamo soffriggere.
Continuiamo in questo modo, bagnando di tanto in tanto fino a quando la cottura non è conclusa. Questo momento è deciso da chi cucina. La pasta va assaggiata e occorre vedere da sé il livello di cottura giusto. Il confine tra cotto e bruciato è molto sottile in questa ricetta.