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12 Soldiers è un film del 2018 con protagonista Chris Hemsworth. Un film che adatta il libro Horse Soldiers, basato sulla storia vera di Mark Nutsch.

Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 l’agente della CIA e militare delle forze speciali Mark Nutsch viene spedito in Afghanistan. La sua storia è stata raccontata nel libro Horse Soldiers, realizzato dal giornalista Doug Stanton. 12 Soldiers trae liberamente ispirazione da tutto ciò, proponendo una storia vera, romanzata in alcune sfumature.

Una storia vera poco nota, resa pubblica soltanto in tempi recenti. Un gruppo di 12 soldati è stato spedito in Afghanistan il giorno dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Sono tutti paramilitari della CIA e delle forze speciali USA. Si tratta di Michael Shannon, Michael Peña, Trevante Rhodes, Geoff Stults, Thad Luckinbill, Austin Stowell, Ben O’Toole, Austin Hébert, Kenneth Miller, Kenny Sheard e Jack Kesy

La prima risposta del governo al terrificante attacco, che li spinge ad avventurarsi nell’ignoto. Si lasciano tutto alle spalle, consci del fatto di rischiare di non poter mai tornare a casa. L’obiettivo finale è quello di aiutare i combattenti ribelli locali, così da conquistare la città di Mazar-i-Sharif, facendo cadere i talebani.

12 Soldiers storia vera

L’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 ha cambiato la storia recente degli Stati Uniti e del mondo. Ha così avuto inizio il periodo del terrore, con attacchi scagliati anche in Europa. Il governo americano prova a dare una risposta immediata, organizzando una missione segreta, dal nome in codice Task Force Dagger. Dodici soldati si offrono volontari. Tra loro c’è proprio Mark Nutsch, che guida il gruppo.

Di colpo si ritrovano tra le sabbie dell’Afghanistan, in uno dei territori più ostili e pericolosi al mondo. Il loro compito è quello di aiutare il generale Abdul Rashi Dostum, leader dell’Alleanza del Nord, a prendere il controllo delle regioni, spazzando via i talebani. Gli USA sperano di trovare così un alleato chiave nella lotta ad Al Qaeda.

Le difficoltà non si limitano però al territorio e ai nemici. Il rapporto con le truppe di Dostum è un problema non di poco conto. Dopo un’iniziale diffidenza, però, il gruppo riuscirà a portare a termine la missione. Una missione che getta le basi per fare di Dostum il vicepresidente dell’Afghanistan. Tutti i 12 soldati riuscirono a tornare a casa incolumi. Una missione suicida tramutatasi in un successo, con uno dei colpi più duri inferti ai talebani. Resa pubblica la missione, la città di New York ha voluto omaggiarla con una statua, raffigurante un cavallo e un soldato.

Il regista, che ha analizzato approfonditamente la storia, ha raccontato: “Erano in prima linea. I primi soldati americani in Afghanistan. Quando arrivarono, si trovarono in grande inferiorità numerica di 5000 a 1 rispetto ai nemici. I talebani avevano inoltre posto un’enorme taglia sulla loro testa”.

In merito si era espesso anche il celebre produttore Jerry Bruckheimer: “Il popolo americano era ancora sotto shock e questi uomini si sono avventurati nell’ignoto. Una situazione colma di pericolo, al fine di pareggiare i conti e offrirci una vittoria. Hanno lasciato mogli e figli, senza sapere se sarebbero mai tornati. La maggior parte della gente non ne ha mai sentito parlare ma questi uomini sono degli eroi”.