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Nella quarta stagione di Boris, da poco disponibile su Disney+, si scopre che uno dei tre sceneggiatori (Valerio Aprea) è in realtà un fantasma: ecco perché.

Chiunque abbia visto almeno la prima puntata di Boris 4 per intero si sarà accorto di una grossa novità rispetto alle prime tre stagioni, andate in onda su Fox tra il 2007 e il 2010. Infatti, uno dei tre celebri sceneggiatori presenti nella serie, quello interpretato da Valerio Aprea (attore che potreste aver visto nella trilogia di Smetto quando voglio) si scopre essere diventato un fantasma.

Infatti, rispetto alla serie originale, il suo personaggio è morto, ma continua ad apparire e fare i suoi celebri interventi e consigli (il più famoso di tutti è ovviamente “Così, de botto, senza senso”), ma stavolta solo i suoi due soci, interpretati da Massimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti, riescono a vederlo. Cosa è successo al terzo sceneggiatore di Boris?

Boris 4: perché uno sceneggiatore è un fantasma

La risposta “narrativa” è ovviamente che il suo personaggio, nella quarta stagione di Boris, è morto. Ma questo non spiega perché si sia deciso di farlo morire – visto che l’attore lo interpretava è tornato senza problemi a recitare in questa parte – e perché farlo tornare come fantasma.

La spiegazione è dovuta al contesto della serie Boris 4: fin dalla stagione originale, i personaggi dei tre sceneggiatori – i cui nomi non vengono mai rivelati – erano gli alter ego dei tre sceneggiatori reali di Boris, cioè Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo. Attraveso questo stratagemma, i tre scrittori si erano “inseriti” nella storia, prendendosi molto in giro.

Purtroppo, nel 2019 uno dei tre, Mattia Torre, è morto in seguito a una lunga malattia, prima di Disney+ decidesse di iniziare a produrre Boris 4. Per questo motivo, quando si è iniziati a lavorare a questa nuova stagione, Ciarrapico e Vendruscolo sono tornati a occuparsi della sceneggiature, ma hanno scelto di far morire uno dei tre sceneggiatori, “riportandolo in vita” come fantasma e consulente dei due rimasti. Un omaggio a Mattia Torre, quindi.