La causa della morte di Massimo Troisi e gli ultimi giorni sul set de Il Postino: perché rifiutò il trapianto che lo avrebbe potuto salvare
La causa della morte di Massimo Troisi è un argomento che ancora oggi colpisce gli appassionati di cinema e gli ammiratori del grande attore napoletano. Infatti la sua scomparsa è avvenuta a poche ore dalla fine delle riprese de Il Postino, una sorta di testamento lasciato dall’artista che proprio con questo film è stato conosciuto in tutto il mondo. Massimo Troisi è morto a 41 anni il 4 giugno 1994, una perdita enorme per il mondo dell’arte, che ha dovuto dire addio a uno dei suoi più grandi rappresentati a livello italiano e internazionale. Un genio come ne nascono pochissimi in ogni generazione, che purtroppo ci ha lasciato prestissimo. L’ultimo film di Massimo Troisi è stato Il Postino e l’attore e regista è morto poco dopo aver terminato quelle riprese. La causa della morte di Massimo Troisi è da ricostruire considerando che fin da bambino soffriva di febbre reumatica, causa di una degenerazione della valvola mitrale molto grave. Quando era ancora molto giovane è partito alla volta di Houston, negli Stati Uniti, così da sottoporsi a una rischiosa ma necessaria operazione a cuore aperto. Di quel periodo così difficile ha avuto modo di parlarne lo stesso Massimo Troisi, che ha spiegato come fosse solito restare a letto e ascoltare i suoi genitori nell’altra stanza parlare del suo problema. Ha così sempre più preso coscienza della condizione che lo attanagliava, il che ha di certo avuto un impatto netto sul modo di fronteggiare la vita in età adulta. L’ultimo film di Massimo Troisi è stato candidato a 5 premi Oscar e ha vinto la statuetta per la miglior colonna sonora a Luis Bacalov e Sergio Endrigo. L’attore di Ricomincio da tre è deceduto a casa di sua sorella Annamaria, ad Ostia, vittima di un attacco cardiaco dovuto alla febbre reumatica.
Quando è morto Massimo Troisi e le riprese de Il Postino
Gli ultimi anni di Massimo Troisi sono stati devastanti dal punto di vista della sua salute. L’attore de Il Postino si è dovuto sottoporre a un altro delicato intervento chirurgico al cuore, subendo anche un infarto. I medici gli hanno salvato la vita, spiegandogli come l’unica soluzione fosse il trapianto di cuore. La sua voglia di cinema però ebbe la meglio e decise così di dedicarsi alle riprese de Il Postino. In breve tempo, però, dovette nuovamente fare i conti con delle condizioni di salute devastanti, che lo obbligarono a restare a riposo, sottoposto al controllo medico. Sul set è stato così sostituito da diverse controfigure, come Renato Scarpa, che ha raccontato alcuni momenti di quelle riprese, spiegando come Il Postino fosse un film speciale per Massimo Troisi: “Mi disse di voler girare con il mio cuore”. Durante la lavorazione, l’attore e regista si è sottoposto a una visita presso l’ospedale in cui era stato operato da ragazzo. Qui la scoperta devastante: le valvole di titanio del suo cuore si erano deteriorate, il che lo ha portato a essere operato d’urgenza, soprattutto dopo l’infarto già citato, restando per più di un mese e mezzo in ospedale. Perché Massimo Troisi ha rinviato il trapianto di cuore? L’attore non volle rinunciare alla possibilità di avere Philippe Noiret nel suo film, nel ruolo di Pablo Neruda. Accettò il rischio, con una controfigura per le scene più faticose, come quelle in bici, che lo vedono sempre di spalle o in campo lungo. Un’altra controfigura di Massimo Troisi era Gerardo Ferrara, scelto perché molto somigliante all’attore e regista. I due divennero ben presto amici, ma purtroppo quel rapporto è durato molto poco. Al tempo Ferrara aspettava un figlio da sua moglie Elena e l’attore de Il Postino sognava potesse chiamarlo Pablito, come il poeta Neruda ma, dopo la morte drammatica e prematura del genio di San Giorgio a Cremano, quel bimbo è stato chiamato in suo onore proprio Massimo.