Tina Anselmi è stata una importante partigiana italiana e successivamente la prima donna Ministra della Repubblica. Chi erano suo marito e i suoi figli?
Partigiana, insegnante, sindacalista, politica: Tina Anselmi è stata una delle figure più importanti della storia del secondo dopoguerra italiano. Nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927, è entrata giovanissima nella Democrazia Cristiana ed è stata una staffetta partigiana nella Brigata Cesare Battisti, con il nome di battaglia di “Gabriella”. Dopo la fine della guerra, ha proseguito la sua carriera nella DC, all’insegna di un forte spirito cattolico ma, al tempo stesso, profondamente improntato alla laicità del ruolo politico. Laureatasi in Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Tina Anselmi è poi stata insegnante e sindacalista, prima nella CGIL e poi, dal 1950, nella CISL, il sindacato più vicino alla DC. La sua carriera politica è dunque iniziata nella sezione giovanile del partito, per poi condurla alla direzione nazionale e, dal 1968, al parlamento nel ruolo di deputata, mantenuto ininterrottamente fino al 1992. Tra il 1976 e il 1978, Tina Anselmi è stata poi Ministra del Lavoro e della Previdenza Sociale, diventando la prima donna della storia a ricoprire un incarico ministeriale. Subito dopo, per un altro anno, è stata Ministra della Sanità, e durante il suo mandato è stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale e ed è stata approvata la legge 194 sul diritto all’aborto.
La sua vita pubblica e politica è stata dunque molto densa di eventi importanti e significativi, che ne hanno fatta una delle principali figure della storia repubblicana in Italia. Per contro, della sua vita privata si è sempre saputo pochissimo: Tina Anselmi si è sempre dedicata molto alla politica, e non si è mai sposata né ha avuto figli. Una scelta inusuale, anche per una donna di forte tradizione cattolica e conservatrice, in un’Italia in cui le donne erano ancora molto legate alla figura della moglie e madre, prevalentemente casalinga. Le poche conoscenze che abbiamo sulle vicende sentimentali di Tina Anselmi ci arrivano da sua nipote Valentina Magrin, che a DiPiùTv ha rivelato: “La zia ebbe un fidanzato durante la guerra, Nino, un giovane medico di cui era perdutamente innamorata e che morì per una grave malattia subito dopo la fine del conflitto. Un lutto e un dolore da cui non si riprese mai”. Nella fiction Rai con Sarah Felberbaum, vediamo infatti Tina Anselmi innamorarsi dello studente di medicina Nino, ma non è chiaro quanto di questo personaggio sia reale e quanto invece frutto della fantasia degli sceneggiatori, dato che ufficialmente a parte il nome e poche altre cose narrate da Valentina Magrin di lui non sappiamo nulla.
Tina Anselmi vera storia dell’attentato
Da un po’ circola online la storia secondo cui Tina Anselmi si trovò coinvolta in un tentativo di corruzione che lei rifiutò categoricamente, e che avrebbe avuto risvolti drammatici, portandola a sfuggire a un attentato. La storia si rifà a quando era Ministra della Sanità, nel 1979, e decise il ritiro dal mercato di migliaia di farmaci che una commissione tecnica ha giudicato inutili o pericolosi. A questo punto fu avvicinata da una persona che le offrì 35 miliardi di lire per ritirare quel provvedimento, ma lei disse subito di no. Successivamente, la sua auto venne fatta saltare in aria, e poche settimane dopo fu rimossa dal ruolo di Ministra della Sanità.
In verità, però, questa storia è quasi del tutto falsa. Che Tina Anselmi avesse approvato il ritiro di farmaci ritenuti o pericolosi è vero: accadde contestualmente alla legge 833 del 1978, con cui veniva anche istituito il Servizio Sanitario Nazionale. Anche la storia della corruzione è vera, ma decisamente ritoccata: la stessa Tina Anselmi la riferì, nel 1984, durante un incontro pubblico a Brescia, ma precisò che questi tentativi di corruzione non furono fatti direttamente a lei, bensì attraverso «segnali molto vaghi» ripetuti nel tempo durante la sua permanenza al Ministero della Sanità. La parte relativa all’attentato, invece, è totalmente falsa: l’auto di Tina Anselmi non fu mai fatta esplodere, come ha chiarito proprio Valentina Magrin in una lettera inviata al sito di debunking Butac. Un attentato contro la politica della DC, in verità, fu organizzato, ma in circostanze diverse e mai pienamente chiarite: le fu messo del tritolo in giardino, che però non esplose. Questo fatto avvenne inoltre nel 1980, quando Tina Anselmi non era più Ministra della Sanità da circa un anno, e quindi non poteva essere collegato con il prvvedimento sui farmaci ritirati. Non è vero neppure che fu rimossa dall’incarico di Ministra della Sanità: semplicemente, a inizio agosto del 1979, il governo Andreotti V cadde, e lei non venne richiamata a rivestire l’incarico nel nuovo esecutivo, guidato da Francesco Cossiga. La carriera politica di Tina Anselmi era infatti molto legata a quella di Andreotti: fu lui a volerla Ministra nel 1976, durante il suo terzo governo, e poi la richiamò nei due governi successivi da lui presieduti, trasferendola alla Sanità.