Skip to main content

Giacomo Leopardi è stato uno dei più importanti scrittori e intellettuali italiani di sempre, e oggi è anche nel doodle di Google: spieghiamo come mai.

Periodicamente Google segnala ai suoi utenti alcuni eventi o ricorrenze particolare attraverso i suoi doodle. Quello di oggi  un disegno che raffigura il celebre scrittore italiano Giacomo Leopardi, per celebrare il 225° anniversario della sua nascita. Leopardi è infatti nato il 29 giugno 1798 a Recanati, una cittadina delle Marche all’epoca parte dello Stato Pontificio, e luogo che ricorre di frequente nei suoi scritti, come ad esempio nella celebre lirica L’Infinito, composta quando aveva solo 21 anni e che inizia così: “Sempre caro mi fu quest’ermo colle…”. Sempre a Recanati, dal 1937, è attivo il Centro Nazionale di Studi Leopardiani.

Scrittore e poeta molto stimato già in vita, Giacomo Leopardi è stato una figura letteraria in bilico tra il romanticismo, movimento tipico dell’Ottocento a cui si avvicinava per il suo intenso sentimentalismo, e il classicismo, a cui lui stesso si sentiva vicino per via dell’influenza della cultura classica greca e romana. È noto soprattutto ancora oggi per il suo celebre pessimismo, che traspare dalle sue opere e trova anche origine dalla sua condizione di vita. Poeta e scrittore di grandissima fama, Leopardi è considerato anche un vero e proprio filosofo, per come dalle sue opere emerge spesso una riflessione organica sull’esistenza umana, che riprende principi materialisti figli dell’Illuminismo settecentesco, e che fa sì che l’autore italiano venga considerato un sorta di precursore dell’esistenzialismo.

Giacomo Leopardi proveniva da una famiglia nobiliare di Recanati, molto religioso ma indebitatasi a causa di alcune fellimentari speculazioni del padre, che ebbero conseguenza una vita rigida e votata al risparmio, imposta dal severa madre. Dalle sue origini agiate, Leopardi seppe trarre una cultura sconfinata, tanto che a dieci anni già scriveva alcuni componimenti letterari in latino. Sempre molto votato agli studi, imparò da autodidatta il greco e varie altre lingue, e in tarda adolescenza iniziò a dedicarsi alla poesia. Dal 1822, poi, prese a viaggiare, trasferendosi a vivere per un certo periodo in varie città d’Italia: Roma, Milano, Bologna, Firenze, Pisa. Tra le sue opere si ricordano soprattutto quelle in prosa, come l’Epistolario, le Operette morali e soprattutto lo Zibaldone, vero perno della sua riflessione filosofica, mentre tra le varie poesie ricordiamo la già citata L’Infinito, e poi anche A Silvia, Il passero solitario e Canto notturno di un pastore errante dell’Asia.

Giacomo Leopardi morte

Giacomo Leopardi morì a Napoli il 14 giugno 1837, poco prima di compiere 39 anni. Fin dalla gioventù afflitto da vari problemi di salute (cardiaci, respiratori, reumatici, di scoliosi, che poi lo portò ad avere la gobba), nel 1833 si era trasferito a Napoli seguendo il caro amico Antonio Ranieri, sperando che il clima campano lo aiutasse con la sua asma. La sua morte è stata a lungo oggetto di studio: è riportato che Leopardi morì dopo un pranzo, consumato all’insolito orario delle 17.00, nel corso del quale avrebbe mangiatoun chilo e mezzo di confetti cannellini, e bevuto una cioccolata, poi una minestra calda e una limonata o una granita fredda.

La causa della morte accertata all’epoca fu l’idropsia polmonare, ovvero un’accumulo di acqua nei polmoni riscontrati in uno specifico edema e causata molto probabilmente dalla sua deformazione alla spina dorsale, che infatti gli causava notoriamente problemi gastrointestinali. Nel corso degli anni sono state svolte varie ricerche su possibili cause alternative del decesso del celebre scrittore, e la più attendibile è quella della pericardite acuta.

La storia di Giacomo Leopardi è stata recentemente trasposta in un film di grande successo, Il giovane favoloso, diretto nel 2014 da Mario Martone, con Elio Germano nei panni del poeta marchigiano.