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L’Ares Gate è stato un caso che ha sconvolto il mondo dello spettacolo pochi anni fa, che oggi viene raccontato in un documentario realizzato da Nove.

L’8 gennaio 2019, il produttore televisivo Teodosio Losito veniva trovato morto nella propria casa di Roma dal compagno e collega Alberto Tarallo: iniziava così il cosiddetto Ares Gate, un caso che ha sconvolto il mondo dello spettacolo italiano, lasciando molte ombre e interrogativi ancora senza una risposta che soddisfi tutti. Una storia su cui Nove ha realizzato un documentario, che mira a far luce su questa controversa vicenda: Ares Gate – La fabbrica delle illusioni andrà in onda questa sera, giovedì 28 settembre 2023, in esclusiva su Nove e in streaming su Discovery+, alle 21.25. Ma cosa riguarda esattamente questa vicenda?

La Ares Film era la casa di produzione guidata in particolar modo da Teodosio Losito assieme ad Alberto Tarallo. Quest’ultimo ne era stato il fondatore, nel 1996, ma pochi anni dopo aveva raggiunto il successo grazie all’ingresso, inizialmente in qualità di sceneggiatore, proprio di Losito, con cui Tarallo iniziò poi una relazione sentimentale. Losito era stato un cantante di discreto successo alla fine degli anni Ottanta, prendendo parte al Festival di Sanremo del 1987 e partecipando anche al Festivalbar con la canzone Direttamente al cuore, scritta da Cristiano Malgioglio. In seguito si era riciclato come attore di fotoromanzi negli anni Novanta, per poi diventare sceneggiatore e produttore televisivo. A partire dai primi anni Duemila, Losito e Tarallo realizzarono, in collaborazione con Mediaset, diversi successi della tv italiana, come ad esempio la serie Il bello delle donne.

Per circa 15 anni, Losito e Tarallo avevano tenuto la Ares Film ai vertici del settore produttivo televisivo italiano, fino a che non avvenne il caso Donne d’onore. La fiction omonima era stata approvata da Mediaset, partner unico dell’Ares Film, nel 2014, ed era successivamente entrata in produzione, ma nel 2018 il network di proprietà di Silvio Berlusconi decise di bloccare tutto, sebbene la Ares Film avesse già investito molto nella produzione. Questo complicò molto la situazione economica della società, che nel frattempo subì anche il cocente flop del film Bob e Marys, costato 1,8 milioni di euro e che ne incassò appena 116.000. La Ares Film andò quindi in bancarotta (il processo è ancora in atto, e vede Tarallo tra gli indagati) e pochi mesi dopo Losito sui suicidò.

Ares Gate setta

L’Ares Gate vero e proprio, però, è scoppiato in seguito, durante una puntata del Grande Fratello VIP. Nel settembre 2020, le telecamere della casa del noto reality show di Canale 5 ha ripreso un dialogo tra i concorrenti Adua Del Vesco e Massimiliano Morra, che hanno confessato alcuni momenti difficili vissuti quando entrambi lavoravano per la Ares Film. Il modo in cui i due hanno descritto il funzionamento della società era molto simile a quello di una setta, al cui vertice ci sarebbe stato un misterioso personaggio chiamato “Lucifero”. In aggiunto, Del Vesco aveva avanzato l’ipotesi che Losito fosse stato indotto al suicidio. L’Ares Gate ha iniziato così a far discutere, specialmente dopo che su Instagram l’attore Lorenzo Crespi ha confermato che le cose dette dai due concorrenti del GF VIP erano vere. Successivamente, intervistate da Dagospia, le attrici Nancy Brilli e Giuliana De Sio rivelarono che la Ares Film aveva cercato di convincerle in passato a fingere delle relazioni con altri attori, per agevolarne la carriera.

Attualmente, il caso è ancora aperto e con un processo in corso. Nell’ottobre 2022, però, le accuse di istigazione al suicidio contro Tarallo per la morte di Losito sono state definitivamente archiviate. A livello giuridico, per adesso si tratta principalmente di un caso di bancarotta, ma dalle dichiarazioni di alcuni testimoni starebbero emergendo particolare inquietanti sul modo in cui veniva gestita la Ares Film. Sempre Giuliana De Sio avrebbe, per esempio, detto ai pm, come riporta Repubblica, che le fu proposto addirittura di inscenare la propria scomparsa, e che smise di collaborare con la casa di produzione di Losito e Tarallo proprio perché non apprezzava il suo strano ambiente.