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Dopo cinque anni, Calcutta ha fatto finalmente ritorno col suo nuovo album, dal titolo Relax: un disco molto atteso, che non delude le aspettative

“Sono passati 84 anni”: avete presente quella famosissima frase del Titanic, pronunciata da una Rose ormai avanti con l’età e divenuta un diffusissimo meme? Ecco, proprio questa è la sensazione che si prova davanti al tanto agognato ritorno in scena di Calcutta. Dopo un silenzio lungo ben cinque anni, l’artista ha pubblicato Relax, quarto album della sua carriera dopo Forse…, il consacratorio Mainstream ed Evergreen, ultima fatica del cantautore nel 2018. Il ritorno di Calcutta, negli ultimi tempi, ha assunto un carattere quasi messianico: i biglietti del suo tour sono stati presi d’assalto, polverizzati dai fan che, senza nemmeno aver sentito il nuovo disco, hanno risposto alla chiamata del cantante. Mesi di attesa, privati anche di un semplice singolo a scaldare l’ambiente, a far capire la direzione del progetto. Poi, finalmente, il giorno arriva e Calcutta torna a suonare nelle cuffie di migliaia di ascoltatori entusiasti.

Nel parlare di Relax non possiamo sottovalutare questa dimensione eccezionale del disco, l’aura di evento che ha conquistato. Una sensazione simile, quest’anno, è stata vissuta con Tedua e la sua Divina Commedia (curiosamente anche qui i tempi d’attesa sono stati cinque anni, pure se in mezzo c’è stato un mixtape) e questi due lavori hanno mostrato come tutto l’aspetto contestuale gravi in maniera pesante sulla ricezione di un nuovo progetto.

Come è stato per Tedua, anche Calcutta ha presentato un album capace di calamitare l’attenzione proprio a causa della sua natura, prima ancora che per le sue canzoni. Con tutti gli occhi puntati addosso, l’artista laziale ha realizzato un disco capace di condensare la sua cifra estetica col progresso degli ultimi anni, un’ottima sintesi di quello che è stato e di quello che nel frattempo è diventato, facendo soprassedere su quei percepiti “84 anni” che sono passati, di botto cancellati dal grande ritorno.

Relax è un disco intimo, tra note d’amore e toni esistenziali

Il disco si apre con una delle canzoni più interessanti, Coro, un inno che lascia trasparire una certa solennità, adatta a introdurre il grande ritorno di Calcutta. Ci sono già dei semi di ciò che ascolteremo nel disco, come il buio, che torna a più riprese, ma qui a colpire è più che altro la formula scelta, un’alternanza tra voce singola e corale, decisamente intrigante e con la sua singolarità spiana la strada al prosieguo dell’album.

L’amore fa capolino nelle successive tracce, da Giro con te a Contrattempo, intrisa di vibes nostalgiche che sono molto in voga oggi, fino a 2minuti, singolo radiofonico scelto dall’artista. Lo stile di Calcutta, inconfondibile, emerge in questo trittico e rimane in Tutti, un altro dei pezzi più interessanti del disco, che ruota intorno alle tematiche del sentirsi estranei, non all’altezza e non inseriti, lontani da quei tutti che invece sembrano essere il ritratto delle norme sociali e delle convenzioni.

Dopo l’intermezzo elettronico, si passa alla seconda metà del disco e la ripresa con SSD somiglia alla classica situazione in cui un brano di grande impatto viene piazzato subito dopo la pausa a un concerto, per riprendere immediatamente l’attenzione del pubblico e ricominciare alla grande. SSD è una canzone potente, che parla dell’assenza, del non esserci e del rimanere al buio. Tornano quei temi di prima, dunque, come fanno in Loneliness, che preme sulla solitudine, connessa a questa all’assenza, al buio e alla mancanza. Ci indirizziamo verso il finale con Preoccuparmi, pezzo molto nostalgico, e arriviamo alla conclusione con Allegria, ballata intima che, con un velo un po’ malinconico, mette la parola fine al grande ritorno di Calcutta.

Le prime date annunciate del tour di Calcutta

Sentirsi soli e lontani: un condensato dell’esperienza dell’artista

Come detto in fase d’introduzione, è impossibile slegare il giudizio sul disco da tutti i fattori contestuali che l’hanno accompagnato. Relax è un album che, di base, nasce da un’assenza, quella dell’artista stesso, che si è tenuto lontano dai suoi ascoltatori per ben cinque anni, che nel mondo della musica di oggi sono un’eternità. Quest’a mancanza’assenza si riflette pienamente nel disco, che come abbiamo visto insiste molto su alcuni temi particolarmente interconnessi come la solitudine, il buio, la mancanza e l’inadeguatezza. Sono tutti temi estremamente attuali, figli di anni tumultuosi, dove davvero è successo di tutto e in cui si è sperimentata, come non mai, la solitudine.

I giorni della pandemia ormai sono lontani, ma quel senso d’isolamento in parte è rimasto, figlio anche di altre esperienze, come la precarietà del futuro, oggi come mai tema attuale. Queste sensazioni sono ciò che alimentano un disco che, inoltre, si fa anche grande sintesi del passato e del presente. C’era molta curiosità per scoprire che Calcutta avremmo trovato dopo cinque anni e con piacere possiamo notare che il cantante ha mantenuto pienamente la sua cifra estetica, riconoscibile sia nelle ballate più intime che nei pezzi più ritmati, ma si è anche aggiornato al tempo trascorso, riuscendo a ricreare un equilibrio quasi perfetto tra la sua poetica e la direzione che ha preso il panorama musicale negli ultimi anni.

Relax è, quindi, un disco molto attuale e anche molto calcuttiano. Ciò che speravamo di ascoltare, insomma. È un gran bel manifesto del ritorno di un artista estremamente amato, che in cinque anni non ha perso nulla di se stesso, anzi ha forse addirittura rafforzato il suo legame con i fan, messo a dura prova dall’assenza che, parafrasando un altro grande artista di Latina, “se non uccide, fortifica”. Relax è l’apice di questo legame, un disco tanto agognato, finalmente arrivato e che, sicuramente, dominerà i mesi che verranno.

Relax Calcutta: tracklist album

Coro

Giro con te

Controtempo

2minuti

Tutti

Intermezzo3

SSD

Loneliness

Ghiaccioli

Preoccuparmi

Allegria…