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Ne I Bastardi di Pizzofalcone 4 Lojacono interpretato da Alessandro Gassman si dà alla fuga: il motivo è anche letterario

I Bastardi di Pizzofalcone sono tornati. La quarta stagione della serie TV Rai, basata sui romanzi di Maurizio De Giovanni, va in onda da lunedì 23 ottobre. Un’attesa decisamente lunga, quella alla quale sono stati “condannati” i fan, considerando come il sesto e ultimo episodio della terza stagione risale al 25 ottobre 2021. In effetti la serie aveva già abituato gli appassionati a una certa irregolarità, con addirittura tre anni di distanza tra seconda e terza stagione. C’è anche da tener conto dei tempi di realizzazione dei romanzi di Maurizio De Giovanni, che vuole evidentemente evitare l’effetto Game of Thrones. Il ben più celebre collega George R.R. Martin si è lasciato superare dalla saga televisiva e sappiamo com’è andata a finire (mancano due libri all’appello ed è concreto lo scenario di una serie monca, ndr). Si è inoltre passati dai canonici sei episodi a quattro, in programma dal 24 ottobre al 13 novembre. Da dove si riparte? Esattamente dallo scenario conclusivo della terza stagione. Il passato è tornato a fare i conti con Giuseppe Lojacono. C’è qualcosa che non ha mai raccontato a nessuno, il che lo costringe a una fuga da tutto ciò che abbia mai amato.

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I Bastardi di Pizzofalcone: la fuga di Lojacono

Lo avevamo lasciato rapito, immobilizzato e torturato. Un Giuseppe Lojacono così non lo avevamo mai visto ed è tutto merito/colpa di un misterioso nemico che, per anni, ha atteso la sua chance nell’oscurità. Si tratta di Rocco Squillace, assetato di vendetta e pronto a distruggere tutto ciò che il personaggio di Alessandro Gassmann ha costruito nel corso degli anni. Non solo malmenato e torturato a sangue ma anche condannato. A morte? No! Alla solitudine. Non avrà più la possibilità di contattare le persone a lui più care. Dovranno restare nell’incertezza totale. La sua sorte sarà sconosciuta e la sua vita, ciò che ne resta, sarà vuota e sofferente. Squillace ha atteso a lungo ed è disposto a farlo ancora per molto, fino a che servirà. Resterà di vedetta, pronto a uccidere la figlia di Lojacono, Marinella, se solo oserà mettersi in contatto con i suoi colleghi di Pizzofalcone. Ciò che lo attende è una vita ai margini, sporco del suo stesso sangue e imbottito di stupefacenti. La vita perde i suoi contorni netti dinanzi ai suoi occhi. La nebbia ha la meglio e il pensiero si offusca. Il suo ricordo però resta vivo in chi lo ha amato, che intanto ne piange la morte.

I Bastardi di Pizzofalcone 4: cambiamento o morte

I Bastardi di Pizzofalcone 3 riassunto completo
I Bastardi di Pizzofalcone 4 il cast principale

La quarta stagione de I Bastardi di Pizzofalcone, basata sui romanzi di Maurizio De Giovanni, fa esattamente ciò che avrebbe dovuto. Non tutti hanno il coraggio di cambiare ma farlo è sempre necessario. Che si tratti dell’ultimo atto o meno, possibile ma tutt’altro che certo, ciò che si offre al pubblico è un gusto differente al palato. Il clima si fa ancora più cupo e l’attenzione alle indagini cambia luce, dal momento che in quell’ambito non c’è più Lojacono ad attirare la maggior parte delle riprese. Si percepisce un equilibrio differente in questa quarta stagione, con il pubblico di colpo catapultato in ben altre dinamiche.

La fuga è soltanto un pretesto iniziale, atto a proporre uno scenario tra i più celebri della letteratura: il viaggio dell’eroe. Facciamo riferimento alla teorizzazione di Joseph Campbell, storico della mitologia comparata, che aveva individuato una struttura comune a miti e favole, il monomito. Abbiamo, dunque, il richiamo all’avventura, in questo caso presentato a Lojacono da un messaggero violento e dannato, che lo costringe a un cammino di perdizione ma, al tempo stesso, gli offre lo slancio per seguire il percorso, irto di ostacoli, verso la rinascita, attraverso l’ignoto. In questa quarta stagione l’incontro con il mentore si tramuta nel ritrovamento da parte dell’ispettore della sua squadra, la sua seconda famiglia. Una nuova alleanza, silente e segreta, per avere la meglio delle tante prove sul cammino, che generano altrettanti cambiamenti interiori.

Nel rispetto di questa ben nota visione narrativa, che ci accompagna fin dall’antichità, Maurizio De Giovanni ha poi spinto il suo amato personaggio verso l’abisso, ovvero il momento più complesso. A un passo dalla morte/rinascita, ci sarà una rivelazione, interna o esterna al protagonista. L’ultimo passo prima della riconciliazione con il mondo che conosceva in precedenza, ora meno solido, più duro e sanguinolento, ma rassicurante come lo ricordava. Non è dato sapere, però, se questo caldo abbraccio durerà a lungo o appena qualche secondo, prima che l’eroe ferito possa riposare in eterno.