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Danilo Restivo: che fine ha fatto oggi il colpevole del caso della scomparsa e dell’omicidio di Elisa Claps, avvenuto nel 1993? Tutta la verità sul caso.

Il caso di Elisa Claps ha sconvolto l’opinione pubblica italiana, rivelandosi uno degli episodi di cronaca nera più discussi e controversi della recente storia del nostro paese. In questi giorni, la sua storia viene ricostruita da una fiction in onda su Rai 1, dal 24 ottobre fino al 7 novembre 2023, Per Elisa – Il caso Claps, diretta da Marco Pontecorvo. La storia risale al 12 settembre 1993, quando una ragazza di 16 anni, Elisa Claps, studentessa al terzo anno del liceo classico, scomparve nella città di Potenza, in Basilicata. La ragazza avrebbero dovuto raggiungere il resto della famiglia – il padre Antonio era un commerciante, la madre Filomena un’impiegata, e poi c’erano i due fratelli maggiori Gildo e Luciano – nella casa di campagna per l’ora di pranzo. Elisa aveva però avvertito il fratello Gildo che sarebbe andata a messa con un’amica e avrebbe raggiunto tutti intorno alle 13.00, mentre invece doveva recarsi a incontrare un amico presso la chiesa della Santissima Trinità, nel centro della città lucana. Quell’amico era Danilo Restivo, che fu l’ultimo a vederla viva e che molti anni dopo venne riconosciuto come il responsabile del suo omicidio.

Danilo Restivo era un ragazzo di 21 anni originario di Erice, in Sicilia, che si era trasferito a Potenza assieme alla famiglia, dopo che il padre Maurizio era stato nominato direttore della Biblioteca nazionale potentina. Alcune ore dopo aveva incontrato la ragazza, Restivo si era presentato al Pronto soccorso con gli abiti insanguinati per farsi medicare un taglio alla mano, dicendo ai medici che si era ferito cadendo nel cantiere della chiesa della Santissima Trinità. Interrogato dalla polizia, ammise di aver incontrato Elisa Claps, ma cercò di sviare le indagini dicendo che le aveva parlato di una ragazza che gli piaceva e che lei gli aveva rivelato di essere stata importunata da qualcuno all’esterno della chiesa. Danilo Restivo, però, era noto per operare diversi comportamenti morbosi nei confronti delle ragazze di cui s’invaghiva, tipo telefonate mute in cui faceva ascoltare solo la musica del film Profondo rosso o il tagliare di nascosto ciocche di capelli da tenere con sé. Secondo alcune amiche di Elisa Claps, anche la ragazza era stata una delle sue “favorite”. Nonostante questo, la polizia non ritenne mai di avviare serie indagini sul suo conto.

Non accusato di nulla, Restivo lasciò poi l’Italia per trasferirsi nel Regno Unito, a Bournemouth, dove il 19 maggio 2010 venne fermato dalla polizia con l’accusa di aver ucciso, nel 2002, la sua vicina di casa Heather Barnett. Nel frattempo, il 17 marzo 2010 i resti di Elisa Claps erano stati rinvenuti nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Le indagini vennero riaperte, e alla fine i sospetti su Restivo, nel frattempo sotto processo anche nel Regno Unito, si fecero più forti. Il 30 giugno 2011 Danilo Restivo venne condannato all’ergastolo per l’omicidio di Heather Barnett, successivamente commutata in una condanna a 40 anni. L’11 novembre 2011 venne condannato ad altri 30 anni di carcere in Italia per l’omicidio di Elisa Claps, pena poi confermata sia dalla Corte d’Appello che dalla Corte di Cassazione, che ha chiuso il processo il 23 ottobre 2014. Attualmente, Danilo Restivo si trova ancora in carcere nel Regno Unito.

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Danilo Restivo i genitori oggi

I genitori di Danilo Restivo sono di origine siciliana, della città di Erice, vicino a Trapani, ma si trasferirono a Potenza, come spiegato anche poco sopra, per seguire la nomina del padre Maurizio Restivo a direttore della Biblioteca nazionale potentina. La madre dell’assassino di Elisa Claps si chiama invece Maria Rosa, e all’epoca era un’insegnante. Oltre a Danilo, i coniugi Restivo hanno avuto un’altra figlia, Anna. Dei genitori di Danilo Restivo non si hanno molte informazioni oggi, anche se presumibilmente devono essere in pensione, data l’età. Della sorella Anna si era parlato ai tempi del ritrovamento dei resti di Elisa Claps, nel 2011, quando si era lamentata dei tempi e delle modalità del rinvenimento del cadavere, secondo lei poco chiari. Della stessa opinione era all’epoca il padre Maurizio, e in generale la famiglia Restivo aveva spesso criticato l’operato delle forze dell’ordine, rivendicando l’innocenza di Danilo.