Skip to main content

Enrico Mattei è stato un politico italiano, aanche imprenditore e fondatore di Eni. Chi l’ha ucciso e quali sono le cause della sua morte

Enrico Mattei è stato sicuramente uno dei personaggi più influenti della storia italiana, non solo politica. Nato nel 1906, è stato un politico ma non solo; figlio di Antonio Mattei, brigadiere dei carabinieri, è stato anche partigiano, imprenditore e dirigente pubblico, fondatore di Eni, l’azienda tutt’oggi famosa per il gas e l’energia elettrica. Mattei è morto il 27 ottobre del 1962 in seguito ad un tragico incidente aereo; si trovava a bordo dell’aereo Moran Saunier 760, un velivolo privato e di proprietà dell’Eni che lo stava conducendo a Milano da Catania. L’aereo cade nei luoghi in prossimità di Bascapè e l’imprenditore non è l’unica vittima; insieme a lui muoiono anche Irnerio Bertuzzi, il pilota del velivolo ed un giornalista del Time, William McHale che avrebbe dovuto intervistarlo.Giulio Andreotti, all’epoca ministro degli Interni, nomina una commissione d’inchiesta in grado di poter accertare le cause dell’incidente. Il marzo successivo, dopo svariati mesi di indagini, la sentenza definitiva; l’aereo è caduto per uno stallo. Una versione che non convince Italo, il fratello di Enrico che nel frattempo presenta denuncia contro ignoti per attentato. Il suo caso, però, viene riaperto ben 40 anni dopo; il magistrato Vincenzo Calia riapre il caso dopo la scoperta di alcuni elementi circa la sua morte mentre indagava sul rapimento e sull’omicidio di Mauro De Mauro, noto giornalista. Ebbene, la scoperta lascia senza parole. Una nuova perizia tecnica viene effettuata su uno dei pezzi dell’aereo che non è stato rottamato; viene rilevato come l’aereo sia esploso in volo a causa di una carica modesta di tritolo in grado di far cadere il velivolo ma di non essere accertata. Di fatto è stato assassinato ma i colpevoli, ad oggi, non sono stati ancora individuati. Dunque la causa della morte di Enrico Mattei è sì un incidente aereo, ma chi l’ha ucciso, di cui non di conosce l’identità, ha manomesso il velivolo su cui viaggiava.

Leggi anche: Danilo Restivo che fine ha fatto: i genitori oggi

Chi era Enrico Mattei

Enrico Mattei, come detto, è stata una figura di spicco per l’Italia. Soprannominato petroliere senza petrolio, Mattei inizia a lavorare come fattorino in una conceria. Termnato il servizio di leva obbligatorio e con la conceria di famiglia in crisi, decide di mettersi a produrre vernici in un capannone che aveva acquistato precedentemente. La sua mira espansionistica lo porta a produrre saponi speciali industriali ed oli grassi nella sua azienda dove entrano a lavorare anche i fratelli; non è ancora trentenne ma è già imprenditore di discretto successo ed allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la sua industria chimica lombarda continua con la produzione ma al minimo, di facciata, per non contribuire all’ideologia fascista. E’ un partigiano Mattei, entra nella Resistenza e successivamente dapprima nel CLNAI come membro poi nel Comitato per la Liberazione Nazionale. Viene anche arrestato ma riesce a scappare. A guerra finita, riceve un premio al valore per quanto fatto, poi entra nel consiglio della Democrazia Cristiana e membro dell’ANPI. la sua carriera prosegue con la nomina a commissario straordinario dell’Agip, l’Azienda generale italiana petroli.  Mattei inizia la ricerca di idrocarburi in Italia – in particolare il metano nella Pianura Padana – trova un piccolo pozzo di petrolio a Cortemaggiore nel 1949 e contestualmente fa costruire alla Sman i metanodotti verso Paesi con i quali deve ancora chiudere accordi, mostrando anche grande coraggio. Nel 1953 nasce l’Eni, azienda che ha al suo interno tutte le partecipazioni di stato per quanto riguarda il settore petrolifero sebbene sia autonoma proprio come una privata impresa. Mattei decide quindi di lasciare incarichi parlamentari per dedicarsi esclusivamente a questo, alla parte imprenditoriale del progetto ed è lui a scegliere il simbolo del cane a sei zampe, ancora oggi il simbolo del marchio. Mattei amplia sempre più l’Eni con stazioni innovative ma anche aprendosi ad altre forme energetiche, come il nucleare; al contempo stringe accordi con Paesi esteri per le forniture di petrolio e gas, compreso Iran, Cina oltre alle Nazioni del Nord Africa.