Vittorio Sgarbi si è dimesso da Sottosegretario alla Cultura del governo italiano: perché il noto critico d’arte è arrivato a questa decisione? La vicenda nel dettaglio.
Nel pomeriggio di ieri, venerdì 2 febbraio 2024, il noto critico d’arte e personaggio televisivo Vittorio Sgarbi ha annunciato a sorpresa le sue dimissioni dalla carica che rivestiva nel governo. Era in fatti Sottosegretario alla Cultura, ovvero il vice del Ministro Gennaro Sangiuliano. Sgarbi ha comunicato questa sua decisione nell’ambito di un evento tenutosi a Milano, chiamato La Ripartenza e organizzato dal giornalista Nicola Porro.
Lo stesso Sgarbi ha spiegato i motivi di questa sua mossa a sorpresa, che è stata immediatamente collegata alle sue recenti vicende giudiziarie. L’ormai ex Sottosegretario ha rivelato di aver ricevuto una comunicazione dall’Antitrust secondo la quale non poteva partecipare alla conferenza organizzata da Porro. Per tutta risposta, Sgarbi ha deciso di annunciare le dimissioni: “Se mi dicono che non posso fare conferenze, o presentare mostre o libri visto che sono sottosegretario, io mi dimetto” ha dichiarato.
La lettera dell’Antitrust sarebbe partita da due segnalazioni anonime trasmesse all’ente dal Ministro Sangiuliano, che le aveva ricevute. Il noto critico d’arte non ha risparmiato accuse, definendo gli anonimi “senza dignità” e lo stesso Sangiuliano “il messaggero dell’anonimo”. Dietro però a questa iniziale giustificazione, i motivi che possono aver spinto Sgarbi a lasciare la carica sono molteplici.
Sgarbi si dimette: i veri motivi
Innanzitutto ci sono proprio gli scontri con Sangiuliano, che lo aveva criticato per alcune attività di consulenza svolte nel corso del suo mandato da Sottosegretario. Ed è quello a cui Sgarbi fa riferimento quando parla dell’impossibilità di poter partecipare a eventi a titolo gratuito. Ma a questa situazione si aggiungono anche altre recenti polemiche, come quelle per gli insulti rivolti all’inviato della trasmissione Report.
Quest’ultimo fatto si lega alle rivelazioni fatte da Report e anche da Il Fatto Quotidiano in merito all’accusa rivolta a Sgarbi di aver rubato un quadro. Le due testate sostengono che un’opera esposta a Lucca e presentata come di sua proprietà sarebbe in realtà stata rubata nel 2013 dal Castello di Buriasco, vicino Torino. Sgarbi sostiene che quello rubato era una copia, ma al momento risulta sotto indagine per furto di beni culturali.