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Non solo televisione: Bruno Vespa ha anche altri interessi e fonti di reddito, e una delle più discusse è senza dubbio la sua nota masseria in Puglia. La proprietà sorge nel Salento, tra le località di Manduria e Avetrana, in mezzo alle campagna ma non distante da importanti centri balneari. La masseria Li Reni – questo il suo vero nome – ha una lunga storia che risale fino alla seconda metà del Cinquento, quando era abitata dalla famiglia Troiani. Un secolo dopo fu donata al Monastero di San Giovanni Battista delle Benedettine di Casalinuovo. Nel 1866 passò poi al gentiluomo italo-inglese Sir James Lacaita, il cui figlio la vendette poi nel 1896 alla famiglia Selvaggi.

La Masseria Li Reni è diventata di proprietà di Bruno Vespa nel 2015, quando il giornalista Rai di origini abruzzesi l’ha rilevata da Francesco Selvaggi e l’ha immediatamente fatta ristrutturare. Oggi la proprietà ospita un florida attività vinicola, ma ospita anche il Forum in Masseria, un evento organizzato proprio da Bruno Vespa e che si tiene ogni estate, dedicato al dibattito sulla politica e l’economia in Italia. Oltre a questo, però, la Masseria Li Reni è anche un luogo di soggiorno e villeggiatura molto rinomato.

La masseria pugliese di Bruno Vespa comprende 14 suites fino a 60 mq, un ampio salotto con tavolo da pranzo e divano letto, bagni privati e ogni tipo di comfort. Ogni suites ha poi un proprio spazio privato esterno affacciato sui giardini. Ma non solo questo, perché la struttura offre anche un ristorante molto rinomato, il cui chef è il cuoco stellato Michelin Paolo Gramaglia. E, per rilassarsi al meglio mentre ci si trova in vacanza, ci sono anche una spa e una palestra. La Masseria Li Reni è ovviamente una struttura di lusso, con prezzi che partono da 350 euro al giorno.

Bruno Vespa produttore vino

Come accennato, la masseria pugliese del giornalista di Porta a Porta non è solo una struttura ricettiva, ma anche un’attività vinicola. Qui viene infatti prodotto il vino dell’etichetta Vespa Vignaioli, un progetto di Bruno Vespa assieme al suo amico ed enologo Riccardo Cotarella. Si tratti di vini tipicamente salentini, dai prezzi anche abbastanza importanti: non si scende sotto gli 11,90 euro a bottiglia (la versione “base” della casa è un Primitivo del Salento chiamato, non a caso, Bruno). Ma si può arrivare anche a bottiglie ben più pregiate e costose, come i 65 euro dell’Helena, un vino Nero di Troia, e soprattutto del Vino d’Italia Terregiunte, di cui un singolo esemplare costa 105 euro.