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Il legame tra Claudio Cecchetto e Max Pezzali sembra ormai segnato da incomprensioni e polemiche. Proprio in questi giorni, Cecchetto ha criticato la serie TV dedicata agli 883 – “Hanno ucciso l’uomo ragno – La vera storia degli 883” – trasmessa su Sky. La rappresentazione del suo personaggio non gli è andata giù, e in particolare si è detto perplesso di come gli abbiano attribuito una presunta avversione per la provincia.

Curioso, vero? Proprio lui, che nella provincia ha visto qualcosa di autentico e unico, tanto da decidere di scommettere tutto su Max Pezzali. Cecchetto infatti, nelle sue dichiarazioni, ha ribadito l’importanza di quel legame con la genuinità che, per lui, Pezzali incarnava come nessun altro.

Ma cosa ha visto Cecchetto in quel giovane ragazzo della provincia pavese? Sembra quasi un paradosso, eppure per Cecchetto, Pezzali rappresentava l’essenza più sincera e genuina di un’Italia lontana dalle grandi città, un’Italia fatta di sogni semplici, amori adolescenziali e serate passate sotto le stelle con gli amici. Un’anima “provinciale” che non aveva bisogno di effetti speciali per raccontare storie vere, vicine al cuore di chiunque.

Negli anni ’90, il panorama musicale italiano si stava spostando verso uno stile sempre più commerciale, ma Cecchetto scelse Pezzali e Repetto perché riconosceva in loro quel valore universale. Max Pezzali non aveva la pretesa di essere un divo: con il suo modo di fare un po’ goffo e senza filtri, era autentico e, per questo, perfetto per raccontare le piccole storie di tutti i giorni.

Come Cecchetto scelse gli 883

Quando Pezzali e Repetto presentano la loro idea musicale a Cecchetto, non hanno esperienza nel mondo dello spettacolo, ma portano con sé qualcosa di prezioso: l’autenticità e la freschezza della provincia. Cecchetto è colpito dalla loro energia e dall’approccio originale che portano alla musica. Nel 1992, il loro primo album, Hanno ucciso l’Uomo Ragno, esplode nelle classifiche. I testi di Pezzali, ironici e pieni di riflessioni sulle piccole sfide quotidiane, insieme alla personalità travolgente di Repetto, diventano un vero fenomeno.

Dopo alcuni anni di successi, Repetto decide di lasciare gli 883 per inseguire i suoi sogni negli Stati Uniti. Il duo si scioglie, e Pezzali prosegue da solo. Ma il supporto di Cecchetto non vacilla, anche se il gruppo cambia volto. Cecchetto continua a produrre Pezzali, che negli anni dimostra di poter reggere la scena e portare avanti la band con successi come La dura legge del gol.

Le polemiche recenti: il distacco e la rottura tra Cecchetto e Pezzali

Nonostante questa scoperta iniziale, il rapporto tra Pezzali e Cecchetto non è rimasto idilliaco. Dopo tanti anni di collaborazione, Max Pezzali ha deciso di prendere le redini della propria carriera, allontanandosi dal produttore che lo aveva lanciato. Cecchetto ha preso questa decisione come un segno di “ingratitudine” da parte di Pezzali, sottolineando però come il rapporto con Mauro Repetto sia rimasto positivo.