Il romanzo Il treno dei bambini di Viola Ardone, pubblicato nel 2019, ha riportato all’attenzione del pubblico una pagina straordinaria del dopoguerra italiano: l’iniziativa del Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli, che tra il 1946 e il 1952 organizzò il trasferimento di migliaia di bambini poveri dal Sud al Nord Italia, dove furono accolti da famiglie benestanti. Pur evidenziando riferimenti diretti a storie reali, ci sono altre fonti storiche. A evidenziarle è stato lo studioso Giovanni Rinaldi, che ha rintracciato e analizzato le corrispondenze tra i fatti storici e il testo letterario.
Le testimonianze di Gaetano Macchiaroli: l’origine dei treni dei bambini
Uno dei principali riferimenti storici è il racconto di Gaetano Macchiaroli, filologo ed editore, nonché militante del PCI e protagonista del Comitato per la salvezza dei bambini di Napoli. Nel suo libro Un’esperienza popolare del dopoguerra per la salvezza dei bambini di Napoli (1979), Macchiaroli descrive in dettaglio l’organizzazione di questi viaggi e le condizioni di estrema povertà in cui versavano le famiglie napoletane.
Ad esempio, una scena raccontata nel romanzo da Ardone corrisponde perfettamente al racconto di Macchiaroli: i bambini che si radunavano all’Albergo dei Poveri per ricevere una colazione calda, le docce e i cappotti donati dal Ministro Emilio Sereni. I cappotti venivano etichettati con numeri cuciti dalle volontarie dell’UDI per facilitare il riconoscimento dei bambini. Questo episodio, riportato nel romanzo con vivide descrizioni, trova il suo riscontro storico nella pagina 75 del testo di Macchiaroli.
I bigliettini dei genitori: tra realtà e letteratura
Un altro elemento presente sia nel romanzo che nelle fonti storiche è l’abitudine dei genitori di scrivere bigliettini con le abitudini dei figli per le famiglie ospitanti. In un articolo de l’Unità del 20 gennaio 1946, riportato nel libro Cari bambini, vi aspettiamo con gioia…, si leggono frasi commoventi come: “Bisogna svegliarlo durante la notte, perché altrimenti fa la pipì a letto. Certamente da voi mangerà di più…”. Questa pratica, che sottolinea il dolore e l’amore dei genitori nel separarsi dai figli, viene ripresa nel romanzo di Ardone attraverso la figura del padre che infila un biglietto nella camicia del figlio.
Lo scambio dei cartellini e le dinamiche alla stazione
Uno degli episodi più curiosi, che testimonia la vivacità e la disperazione del momento, è quello raccontato sia da Macchiaroli sia da Ardone riguardo allo scambio dei cartellini tra un bambino e una bambina. Durante i preparativi alla stazione, una bambina si rifiutò di partire, mentre un ragazzino insistette per prendere il suo posto. Alla fine, i cartellini vennero scambiati, e il viaggio proseguì con un misto di lacrime e sorrisi. Questo evento evidenzia la complessità emotiva di questi momenti.
Gli autobus e i gipponi: il trasporto dei bambini
Secondo Macchiaroli, per trasportare i bambini verso le stazioni furono utilizzati autobus forniti dall’azienda tranviaria e perfino gipponi della polizia. I veicoli, privati del loro aspetto militare, venivano decorati con striscioni colorati e sembravano festosi carri da luna park. Anche questo dettaglio è riportato nel romanzo, dove i bambini vengono descritti mentre salutano dai finestrini dei mezzi.
Il lavoro di Simona Cappiello e Giulia Buffardi
Il documentario Gli occhi più azzurri di Simona Cappiello, e il saggio storico Quel treno lungo lungo… di Giulia Buffardi, offrono ulteriori testimonianze su questa esperienza straordinaria. Tra le corrispondenze con il romanzo, emerge il tema delle lettere scritte dai bambini alle famiglie di origine, che raccontano la scoperta di un mondo nuovo e l’abbondanza di cibo, spesso descritta con meraviglia. Una bambina, per esempio, vede per la prima volta la neve e la paragona alla ricotta.
La figura della Pachiochia
Un personaggio affascinante, presente sia nel romanzo sia nelle testimonianze storiche, è la Pachiochia, una monarchica convinta che, dopo un viaggio in Emilia per verificare le condizioni dei bambini, tornò a Napoli conquistata dall’accoglienza delle famiglie comuniste. Questo episodio, narrato con grande vivacità da Macchiaroli, simboleggia la capacità di questo progetto di unire ideologie opposte in nome della solidarietà.
Un viaggio che ha segnato una generazione
I treni dei bambini rappresentano una pagina di storia che intreccia dolore, speranza e rinascita. Grazie al lavoro di studiosi come Giovanni Rinaldi, Gaetano Macchiaroli, Simona Cappiello e Giulia Buffardi, possiamo rivivere le emozioni di quei viaggi e comprendere il significato profondo di questa iniziativa. Il romanzo di Viola Ardone, sebbene romanzato, offre un’occasione preziosa per riportare alla luce queste storie, ricordando l’importanza della memoria collettiva.