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Il percorso formativo di Giorgia Meloni, prima donna Premier nella storia della Repubblica Italiana, rivela un profilo di determinazione e pragmatismo che ha caratterizzato la sua intera carriera. La sua formazione scolastica si è sviluppata interamente a Roma, città dove è nata il 15 gennaio 1977 e dove ha completato il suo percorso di studi superiori. Un percorso caratterizzato da risultati brillanti nonostante un metodo di studio non convenzionale, come lei stessa ha raccontato: “Non è che studiassi tanto, però andavo bene. Ero la classica che si chiudeva la notte prima dell’interrogazione, studiava mezzo programma e si presentava preparata”. Questa capacità di ottimizzare il tempo e le risorse si è rivelata preziosa nel suo successivo percorso professionale, dove ha dovuto costantemente bilanciare molteplici impegni e responsabilità.

Una passione precoce per le lingue straniere

La premier ha sempre mostrato una particolare predilezione per le lingue straniere, tanto da sognare inizialmente una carriera come interprete. “Avrei tanto voluto fare l’interprete. Per questo ho studiato lingue al liceo”, ha rivelato Meloni, descrivendo il suo approccio da autodidatta: “Sono stata soprattutto un’autodidatta: film in lingua originale, canzoni, musica. Adoravo Michael Jackson, dovevo capire che cosa dicesse, quindi ho cominciato da ragazzina a studiare le sue canzoni”. Una passione che l’ha portata a scegliere l’Istituto professionale Amerigo Vespucci di Roma, dove si è diplomata con il massimo dei voti, dimostrando come la motivazione personale possa tradursi in eccellenti risultati accademici. Il suo interesse per le lingue e la comunicazione internazionale si è rivelato particolarmente utile nel suo attuale ruolo istituzionale, dove le competenze linguistiche sono fondamentali nelle relazioni diplomatiche.

Il percorso universitario interrotto

La storia universitaria di Giorgia Meloni riflette la realtà di molti giovani italiani che devono conciliare studio e lavoro. “Vengo presa in giro perché non mi sono laureata. Non mi sono potuta laureare. Secondo voi l’avrei presa una laurea? Mi mantenevo da sola. Studiavo, facevo già politica, tante cose”, ha dichiarato durante un comizio a Genova. Una condizione che la premier ha sempre rivendicato con orgoglio, sottolineando come in Italia solo il 17% della popolazione sia laureato: “Non tutti hanno la possibilità di stare lì a farsi 8-10 anni all’università e andare alle manifestazioni degli altri invece di trovarsi un posto di lavoro”. Questa esperienza personale ha influenzato la sua visione delle politiche educative e del mercato del lavoro, portandola a sostenere l’importanza della formazione professionale e dell’esperienza pratica accanto all’istruzione accademica tradizionale.

La formazione attraverso l’esperienza professionale

Nonostante l’interruzione degli studi universitari, il percorso formativo della Meloni è proseguito attraverso l’esperienza diretta nel mondo della politica e delle istituzioni. La sua carriera giornalistica l’ha vista conseguire il titolo di giornalista professionista, dimostrando una particolare attitudine per la comunicazione e l’informazione. Dal precoce ingresso in politica alla nomina come Ministro della Gioventù a soli 31 anni, fino all’attuale ruolo di Presidente del Consiglio, ogni tappa del suo percorso ha contribuito alla sua formazione professionale e personale.

La sua storia rappresenta un esempio di come il successo professionale possa essere raggiunto attraverso percorsi non convenzionali, dove la determinazione personale e la capacità di apprendere dall’esperienza svolgono un ruolo fondamentale. In un’epoca in cui il dibattito sulla formazione e l’accesso al mondo del lavoro è più che mai attuale, la vicenda della premier offre spunti di riflessione sul rapporto tra istruzione formale e competenze acquisite sul campo.

L’attenzione che Meloni dedica al tema dell’istruzione e della formazione professionale nelle sue politiche di governo riflette la sua esperienza personale, evidenziando l’importanza di un sistema educativo che sappia valorizzare percorsi di apprendimento diversificati e che tenga conto delle diverse esigenze e possibilità dei giovani italiani.