Skip to main content

Una scoperta sorprendente getta nuova luce sulle capacità comunicative della Presidente del Consiglio. Come rivelato da un’approfondita inchiesta de L’Espresso, dietro la spiccata teatralità di Giorgia Meloni si cela una storia familiare profondamente radicata nel mondo dello spettacolo italiano, un’eredità artistica che spiega molto del suo carisma naturale.

La verve teatrale della Premier, oggi appena velata dal ruolo istituzionale, emerge in ogni occasione pubblica. Come durante la recente conferenza stampa a Palazzo Chigi sulla manovra, dove ha gestito il confronto con i giornalisti con la sua caratteristica ironia: “Siete stati così coraggiosi in altre situazioni”, ha commentato sarcasticamente quando le hanno contestato il poco spazio lasciato alle domande.

Il DNA artistico dei Meloni

Al centro di questa storia familiare emerge la figura di Zoe Incrocci, attrice di grande talento e caratterista romana tra le più note degli anni Cinquanta. La somiglianza con la Premier è sorprendente: stessa statura, analoga verve femminile, identica capacità di dominare la scena con un mix di ironia e autorevolezza.

Zoe Incrocci ha lasciato un’impronta indelebile nel cinema italiano, recitando in film come “Totò cerca moglie” e “Brutti sporchi e cattivi” di Ettore Scola. La sua carriera si è estesa anche al doppiaggio, prestando la voce a personaggi iconici come Lina Lamont in “Cantando sotto la pioggia” e Marilyn Monroe in “Eva contro Eva”, fino a ruoli in serie televisive come “Don Matteo” e “Il maresciallo Rocca”.

Il regno dello spettacolo

Ancora più significativa è la figura di Giovanni Meloni, detto Nino, regista radiofonico e personalità centrale nel mondo dello spettacolo del dopoguerra. Nato a Ghilarza, in provincia di Oristano, sposò Zoe Incrocci nel 1937 e divenne un punto di riferimento per la prosa, la rivista e il teatro radiofonico.

Premiato con la Maschera d’argento nel 1954, Nino Meloni ha lavorato con i più grandi nomi dell’epoca, da Garinei e Giovannini a numerosi altri artisti. Il suo ruolo è stato fondamentale nel lanciare carriere importanti: fu lui a intuire il talento di Alighiero Noschese, trasformandolo da cronista parlamentare a imitatore di successo, e a dare una svolta professionale a Nino Manfredi.

L’eredità della commedia all’italiana

Ma il legame con il mondo dello spettacolo non si ferma qui. Agenore Incrocci, noto come Age, fratello di Zoe, è stato uno dei più grandi sceneggiatori italiani. Insieme a Scarpelli ha firmato capolavori come “I soliti ignoti”, “L’armata Brancaleone”, “La grande guerra”, “I mostri” e “C’eravamo tanto amati”, contribuendo a definire lo stile della commedia all’italiana.

È in questo contesto artistico che si può comprendere meglio la naturale teatralità di Giorgia Meloni. Come quella volta alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano, quando mantenne il silenzio sul palco per 54 secondi, creando un momento di teatro politico che ricordava ai militanti lo stile di Giorgio Almirante.

Le interconnessioni del mondo dello spettacolo

La storia familiare dei Meloni si intreccia con altre dinastie dello spettacolo italiano. Nino Meloni lavorava a stretto contatto con Vittorio Veltroni, padre di Walter, entrambi premiati con il Microfono d’argento. Una rete di relazioni che includeva anche Gina Lollobrigida, zia di quarto grado dell’attuale ministro Francesco Lollobrigida.

La stessa Zoe Incrocci ha recitato con la Lollobrigida in “Pinocchio”, dove interpretava Lumachina accanto alla fata Turchina. Il regista di quella serie era Luigi Comencini, che aveva collaborato con Age e Scarpelli in “Tutti a casa” e “La donna della domenica”, e che è il nonno di Carlo Calenda.

L’underdog con un passato illustre

La Premier ha sempre costruito la sua narrazione politica sull’immagine dell’underdog, della persona comune che ce l’ha fatta con le proprie forze. Carlo Calenda, dopo un recente incontro a Palazzo Chigi, ha commentato: “Sento il fascino della storia di Giorgia Meloni. È quella che lei ha raccontato più volte: una donna che nasce in una famiglia non privilegiata, con una vita difficile e che ce la fa da sola”.

Questa nuova scoperta non sminuisce il percorso personale della Meloni, ma aggiunge una dimensione interessante alla sua storia, rivelando come le sue straordinarie capacità comunicative possano avere radici in un’eredità familiare ricca di talento artistico e teatrale.