In un panorama mediatico spesso condizionato dalla paura di esporsi, Pierluigi Diaco emerge come una voce fuori dal coro. Il conduttore e giornalista ha sempre manifestato apertamente le proprie posizioni, senza temere le conseguenze professionali o gli attacchi di stampa e pubblico, mantenendo salda la sua identità di professionista che non rinnega le proprie radici e amicizie.
Particolarmente significativo è il suo rapporto con Giorgia Meloni, conosciuta ai tempi del liceo quando entrambi avevano 14 anni. Un’amicizia rivelata al settimanale Gente giá qualche anno fa.
La questione dell’orientamento politico
Con la stessa trasparenza con cui ha sempre parlato della sua vita privata, Diaco ha affrontato il tema del suo orientamento politico. “Sono unito civilmente, sono cattolico e sono un elettore moderato che vota centrodestra”, ha dichiarato a Gente, sfidando gli stereotipi e le categorizzazioni facili.
Il conduttore ha evidenziato in altre occasioni come la sua formazione sia stata inizialmente cattolica e di sinistra, citando figure come Sandro Curzi e Piero Fassino tra i “gentiluomini” che hanno influenzato la sua giovinezza.
L’evoluzione del pensiero
La svolta nel suo pensiero politico è arrivata attraverso la lettura di Giuliano Ferrara e la collaborazione con “Il Foglio”, esperienze che gli hanno fatto comprendere quello che lui definisce “il tasso di ipocrisia del mondo culturale di provenienza”.
Da qui la sua battaglia contro quella che definisce la “dittatura culturale” italiana, che tende a liquidare con sufficienza chi non si allinea al pensiero dominante.
La difesa di Giorgia Meloni
Particolarmente significativa è la sua difesa di Giorgia Meloni, che va oltre l’amicizia personale: “A me pare una donna coraggiosa che su molti argomenti ha posizioni anti convenzionali e affatto ideologiche”, ha affermato, rifiutando le etichette semplicistiche spesso associate alla Premier.
Il conduttore ha inoltre sempre mantenuto il massimo rispetto per la privacy dell’amica, come dimostrato durante le recenti vicende personali della Meloni.
L’identità oltre gli stereotipi
Una delle battaglie più significative di Pierluigi Diaco riguarda il rifiuto di farsi definire dalla sua vita privata. “La mia omosessualità non è una patente di identità ma un dettaglio della mia personalità”, ha dichiarato, contestando l’idea che l’orientamento personale debba determinare anche l’orientamento politico.
Questa posizione si è manifestata chiaramente nella sua risposta alle dichiarazioni di Adinolfi sulla Rai, respingendo al mittente qualsiasi tentativo di strumentalizzazione.
La richiesta di rispetto
“Posso avere lo stesso rispetto che viene riservato a chi vota a sinistra senza essere tacciato di essere ‘fascista’, ‘xenofobo’ e ‘guerrafondaio’?”, ha chiesto provocatoriamente il conduttore, sottolineando come il buon senso non sia appannaggio né della destra né della sinistra.
Una richiesta di rispetto che si estende anche agli elettori di centrodestra, troppo spesso, secondo il conduttore, vittime di pregiudizi e stereotipi.
La coerenza professionale
La carriera di Diaco dimostra come sia possibile mantenere le proprie posizioni senza compromettere la professionalità. Il suo programma “Bella Ma” su Rai 2 ha ottenuto di recente un significativo incremento di ascolti, e si vocifera di un ritorno su Rai 1 in pianta stabile per il giornalista.
Un esempio di come il coraggio delle proprie idee possa coesistere con il rispetto per tutte le posizioni, senza cedere alla tentazione del conformismo.