Quando si pensa a Gerry Scotti, il primo pensiero va alla sua lunga carriera televisiva, dai quiz show alle trasmissioni di successo su Mediaset. Non tutti ricordano che, prima di diventare un’icona della TV italiana, Virginio Scotti – questo il suo vero nome – ha avuto un’esperienza politica come deputato del Partito Socialista Italiano (PSI) dal 1987 al 1992. Un’avventura che, col senno di poi, lui stesso ha definito un errore.
Scotti entrò in Parlamento grazie a un ripescaggio, essendo stato il primo dei non eletti nelle liste del PSI. A chiedergli di candidarsi fu Bobo Craxi, con l’idea di affidargli il compito di occuparsi delle politiche giovanili. L’esperienza si rivelò ben diversa dalle aspettative.
Gerry Scotti in Parlamento
«Mi accorsi subito che i sogni si infrangevano contro interessi di altro ordine» dichiarò anni dopo. Secondo le sue parole, ogni volta che provava a porre delle domande, raramente otteneva risposte concrete. Si sentiva fuori luogo, e già dopo un anno e mezzo avrebbe voluto dimettersi. Tuttavia, la sua uscita fu impedita dal partito, perché il sostituto designato non era gradito ai vertici.
Nonostante il disincanto, Scotti non rimase inattivo: durante il suo mandato presentò 33 progetti di legge, di cui 26 solo nel 1987, e firmò 24 atti di indirizzo e controllo. Ma alla fine del quinquennio scelse di non ricandidarsi, tornando definitivamente al mondo dello spettacolo.
Uno degli aspetti più noti della sua parentesi politica riguarda la sua rinuncia al vitalizio parlamentare. A partire dai 65 anni, avrebbe avuto diritto a una pensione di 1.400 euro al mese, ma dichiarò pubblicamente di non volerla percepire. Già nel 2014 chiese all’allora premier Matteo Renzi di intervenire per eliminare il beneficio. La sua posizione fu chiara: non era contrario ai vitalizi in generale, ma riteneva ingiusto che spettasse anche a lui, dato che il suo vero mestiere era quello di conduttore televisivo.
La politica tornò indirettamente nella sua vita nel 2014, quando sostenne la candidatura di Giorgio Gori a sindaco di Bergamo. La loro amicizia affonda le radici negli anni ’90, quando Gori era direttore di Canale 5 e contribuì al successo televisivo di Scotti. Tuttavia, il suo supporto si limitò a un endorsement e non si tradusse in un ritorno alla vita politica attiva.
Figlio di un tipografo del Corriere della Sera, Scotti iniziò la sua carriera nel mondo dello spettacolo con la radio. Il primo incarico fu a Radio Hinterland Milano2, dove guadagnava 500 lire all’ora per riordinare i dischi. Da lì passò a Radio Milano International e successivamente a Radio Deejay, dove lavorò sotto la guida di Claudio Cecchetto.
Nel frattempo, Scotti frequentava Giurisprudenza, ma decise di abbandonare gli studi per dedicarsi interamente alla carriera radiofonica e televisiva. «Avevo uno stipendio ottimo, un sacco di benefit, persino il dentista pagato», raccontò, ma il richiamo del piccolo schermo fu troppo forte.
Gerry Scotti commendatore
La sua esperienza politica non fu esente da polemiche. Quando Rino Formica, esponente storico del PSI, criticò Craxi per aver riempito il Parlamento di “nani e ballerine”, molti pensarono che il riferimento fosse proprio a Gerry Scotti e Sandra Milo. Sebbene l’accusa fosse generica, è rimasta una delle ombre della sua carriera parlamentare.
Nonostante la sua breve e poco felice esperienza politica, Scotti ha ricevuto importanti riconoscimenti. Nel 2019, il Presidente della Repubblica lo ha nominato Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Un’onorificenza che lui stesso ha accolto con sorpresa: «Ho pensato fosse uno scherzo, ma poi ho capito che era vero».
La carriera politica di Gerry Scotti è stata un’eccezione in un percorso dominato dallo spettacolo e dalla televisione. Lontano anni luce dai giochi di potere e dalle strategie di partito, il conduttore ha sempre descritto la sua esperienza in Parlamento con disincanto e rammarico. La sua carriera non ne ha risentito: oggi è uno dei volti più amati della TV italiana, dimostrando che, a volte, i grandi successi arrivano proprio da scelte inaspettate.