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Nonostante il trionfo di ascolti e il successo commerciale, il direttore artistico del 75° Festival della canzone italiana guarda già al futuro con spirito critico e propositivo, analizzando gli aspetti da migliorare.

Il Festival di Sanremo 2025 si è concluso con numeri da record, ma Carlo Conti non si adagia sugli allori. Durante la conferenza stampa di chiusura, il conduttore toscano ha sorpreso tutti offrendo una lucida autocritica del suo lavoro, delineando con precisione cosa, secondo lui, non ha funzionato perfettamente nella kermesse appena conclusa.

“Abbiamo finito troppo tardi, secondo me bisognava finire un pochino prima,” ha dichiarato Conti senza mezzi termini, individuando nella gestione dei tempi uno dei principali aspetti da rivedere. Una considerazione che rispecchia le lamentele di molti telespettatori, costretti a seguire le serate fino a ore piccole per conoscere i risultati delle votazioni.

La lunghezza delle serate è stata infatti uno degli elementi più discussi di questa edizione. Nonostante i tentativi di contenere i tempi, il Festival ha regolarmente sforato la mezzanotte, con la serata finale che si è protratta fino alle prime ore del mattino. Una scelta che, sebbene premiante per gli ascolti, ha creato qualche disagio al pubblico da casa.

La classifica da ripensare

Ma non è solo la questione oraria a preoccupare Conti. Il conduttore ha anche espresso perplessità sul formato attuale della classifica: “Mi piacerebbe in futuro dare solo le prime dieci posizioni, e non tutto il resto.” Una proposta che nasce dall’esperienza di quest’anno, quando l’annuncio delle posizioni dalla 30ª alla 11ª ha allungato notevolmente i tempi, creando momenti di stanca nel ritmo dello spettacolo.

La gestione della classifica finale ha generato infatti diversi malumori tra il pubblico dell’Ariston, che ha manifestato il proprio dissenso con fischi quando sono stati annunciati i cinque finalisti. Su questo punto, Conti ha voluto fare chiarezza: “Personalmente vi faccio notare che insieme ai fischi ci sono stati dei boati quando ho annunciato i cinque finalisti. I fischi fanno un po’ parte del DNA del Festival di Sanremo, preferisco questo Ariston rispetto a quello che rimaneva seduto di qualche anno fa.”

Il sistema di voto contestato

Il sistema di voto è un altro elemento che Conti intende rivedere per le prossime edizioni. Pur difendendo l’equità del meccanismo attuale (“Mi dicono che tutti i sistemi di voto hanno dato più o meno lo stesso risultato”), il conduttore ha lasciato intendere che potrebbero esserci modifiche per rendere più trasparente e immediato il processo di selezione.

Tra gli aspetti da migliorare, Conti ha menzionato anche il bilanciamento tra tradizione e innovazione. “Abbiamo cercato di rispettare la storia del Festival introducendo elementi di novità, ma forse in alcuni momenti potevamo osare di più,” ha ammesso il conduttore, riconoscendo che il difficile equilibrio tra classico e contemporaneo rimane una sfida aperta per qualsiasi direttore artistico.

Un’altra autocritica riguarda la selezione dei giovani. “Per il prossimo anno vorrei dare ancora più spazio alle nuove proposte, magari con un meccanismo diverso che permetta di valorizzarli meglio durante le serate principali,” ha spiegato Conti, evidenziando come la formula attuale, pur funzionante, possa essere ulteriormente perfezionata.

La comunicazione sui social media è un altro aspetto che il direttore artistico ha indicato come migliorabile. Nonostante i numeri impressionanti raggiunti da questa edizione sulle piattaforme digitali, Conti ritiene che si possa fare di più per integrare l’esperienza televisiva con quella online, creando un ecosistema comunicativo più coeso e interattivo.

Ospiti, scalette e polemiche a Sanremo 2025

Anche sul fronte degli ospiti internazionali, il conduttore ha espresso qualche rammarico: “Avrei voluto portare sul palco qualche nome in più dalla scena mondiale, ma i tempi organizzativi e i budget non sempre lo permettono.” Una nota che lascia intendere come per il prossimo anno Conti punti ad alzare ulteriormente l’asticella delle presenze internazionali.

La scaletta delle serate è un altro elemento finito sotto la lente d’ingrandimento dell’autocritica di Conti. “In alcuni momenti avremmo potuto alternare meglio i momenti musicali con quelli di spettacolo puro, per mantenere più alto il ritmo,” ha spiegato, riconoscendo come la costruzione drammaturgica delle serate sia fondamentale per mantenere alta l’attenzione del pubblico.

Sul fronte delle polemiche, Conti ha adottato un approccio equilibrato, né alimentandole né ignorandole completamente. “Le polemiche fanno parte del Festival, ma forse in alcuni casi avremmo potuto gestirle diversamente, con maggiore trasparenza immediata,” ha ammesso, riferendosi in particolare ai dibattiti nati intorno alle votazioni.

Una riflessione particolare è stata dedicata al rapporto con la stampa. “Vorrei trovare formule più efficaci per il coinvolgimento della sala stampa, che resta un elemento cruciale del Festival,” ha dichiarato Conti, riconoscendo l’importanza del dialogo con i giornalisti per il successo complessivo della manifestazione.

Nonostante queste considerazioni critiche, il bilancio finale tracciato da Conti resta ampiamente positivo. “Sanremo 2025 è stato un grande successo sotto tutti i punti di vista,” ha ricordato, citando l’incremento dell’8% nella raccolta pubblicitaria rispetto all’edizione precedente, con oltre 65 milioni di euro incassati.

Con lo sguardo già rivolto al futuro, Conti ha concluso con una battuta che nasconde una verità: “Il problema vero è per chi dovrà fare il Festival il prossimo anno. Ah, vero, sono io.” Una frase che racchiude tutta la consapevolezza della sfida che lo attende: migliorare un’edizione già di per sé estremamente riuscita.

L’approccio autocritico di Carlo Conti rappresenta un elemento di novità nel panorama sanremese, dove spesso i direttori artistici tendono a difendere a spada tratta le proprie scelte. La capacità di riconoscere margini di miglioramento, pur nel contesto di un successo indiscutibile, testimonia la professionalità di un conduttore che, dopo decenni di carriera, non ha perso la voglia di mettersi in discussione.

Per il pubblico e gli addetti ai lavori, queste riflessioni aprono interessanti prospettive su come potrebbe evolversi il Festival nei prossimi anni sotto la guida di Conti, confermando che anche un format storico come Sanremo può e deve continuare a rinnovarsi, mantenendo vivo il dialogo con i suoi spettatori e con i cambiamenti della società e del gusto musicale.