La figura di Daniela Santanchè, attuale Ministro del Turismo, ha sempre catalizzato l’attenzione mediatica non solo per le sue posizioni politiche, ma anche per il suo stile inconfondibile che ha fatto della sua immagine un vero e proprio manifesto personale. Dopo le sue recenti dichiarazioni, molti lettori ci hanno chiesto di approfondire le sue preferenze in fatto di moda e stilisti.
Sebbene la Santanchè non abbia mai rilasciato dichiarazioni esplicite sui suoi stilisti del cuore, il suo guardaroba parla per lei, rivelando predilezioni che raccontano molto della sua personalità e del suo approccio alla politica e alla vita. La ministra ha sempre mostrato una particolare attenzione per il Made in Italy, coerentemente con il suo ruolo istituzionale di promotrice dell’eccellenza italiana nel mondo.
L’addio a Roberto Cavalli
Uno degli indizi più evidenti riguardo ai suoi gusti in fatto di moda è stato il suo commento in occasione della scomparsa di Roberto Cavalli. “Un grande stilista che ha portato il Made in Italy in tutto il mondo. Ciao Roberto, le tue creazioni rimarranno eterne e sempre modernissime“, ha scritto sui social, rivelando un’ammirazione sincera per lo stilista toscano, noto per le sue stampe animalier e per uno stile audace che ben si adatta alla personalità della ministra.
La Santanchè ha sempre dimostrato di apprezzare capi d’abbigliamento che non passano inosservati, che rispecchiano la sua personalità forte e determinata. Non a caso, lei stessa si è descritta come “quella che porta i tacchi da 12 centimetri“, un dettaglio che sottolinea come l’altezza dei suoi tacchi sia parte integrante della sua immagine pubblica, quasi un simbolo del suo carattere che non teme di elevarsi e distinguersi.
La gonna verde alla Prima della Scala
Un episodio particolarmente significativo nella storia fashion della ministra risale al 2015, quando per la Prima della Scala scelse un abito che divenne immediatamente virale. Non si affidò a una grande maison internazionale, ma a Diego Dossola, classe 1975, uno stilista cresciuto a Vimercate nella frazione di Oreno che, insieme alla socia Viola Baragiola, aveva fondato la boutique Ultrachic a Milano nel 2006.
L’abito in questione consisteva in una gonna ampia verde, una camicia bianca da uomo e un papillon, completato da un coprispalle in pelliccia, sempre verde. Un look che la stessa Santanchè definì “quasi ottocentesco” e “assolutamente normale”, nonostante le reazioni del pubblico e dei social media, che paragonarono l’outfit all’Arbre Magique o al personaggio del Grinch.
In quell’occasione, la ministra difese con forza la sua scelta controcorrente: “Tutti parlano del mio look alla Scala? Pensate come è messo il paese, il mio abbigliamento non è stato aggressivo… È il paese ad essere bigotto e conformista, devi vestirti solo di nero e con le paillettes”. Una replica che rivela molto della sua filosofia di vita: non conformarsi, osare, distinguersi dalla massa.
Ma ciò che colpisce maggiormente di questo episodio è la motivazione della sua scelta: “L’abito è di uno stilista, un giovane ragazzo italiano, mio amico, bravissimo. Oltretutto l’ho pagato anche molto meno di tanti abiti Dior e simili che ho visto lì quella sera. Tutti hanno investito in stilisti stranieri, costosi e omologati, io no”. L’abito le costò appena trecento euro, un prezzo sorprendentemente contenuto per un evento così prestigioso.
Questa scelta rivela una predilezione della Santanchè per i talenti emergenti italiani, unita a un certo pragmatismo che contrasta con l’immagine di amante del lusso sfrenato che spesso le viene attribuita. Nonostante sia proprietaria di locali esclusivi come il Twiga e sia associata a uno stile di vita agiato, la ministra sembra apprezzare il valore di un capo ben fatto, indipendentemente dal prezzo o dal nome in etichetta.
Una moda che sa osare
Nel corso degli anni, la Santanchè ha mostrato di apprezzare brand del Made in Italy, con una particolare inclinazione per gli stilisti che sanno unire eleganza e talento, due caratteristiche che sembrano rispecchiare la sua personalità. Pur non avendo mai dichiarato esplicitamente tutte le sue preferenze, il suo guardaroba lascia trasparire un’attenzione particolare per il design italiano.
La sua passione per i tacchi alti, in particolare, è diventata parte integrante della sua immagine pubblica. I tacchi da 12 centimetri a cui fa riferimento nelle sue stesse dichiarazioni non sono solo un accessorio, ma un vero e proprio simbolo della sua personalità.
In definitiva, sebbene la ministra non abbia mai rilasciato dichiarazioni esplicite su tutti i suoi stilisti preferiti, le sue scelte in fatto di moda raccontano di una donna che apprezza il Made in Italy in tutte le sue sfaccettature, dai grandi nomi ai talenti emergenti, sempre con un occhio di riguardo per chi sa osare e distinguersi dalla massa.