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Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d’America, ha radici profondamente europee che risalgono a entrambi i lati della sua famiglia. Il nonno paterno, Friedrich Trumpff, e la nonna paterna, Elisabeth Christ, nacquero a Kallstadt, un piccolo comune della Renania Palatinato in Germania. Friedrich, successivamente noto come Frederick Trump, fu il capostipite della famiglia Trump in America e curiosamente era cugino dell’imprenditore alimentare Henry John Heinz.

Per quanto riguarda il lato materno, Trump discende da antenati scozzesi. I suoi nonni materni, Donald Smith e Mary MacAulay, erano di origini più modeste rispetto alla famiglia paterna. Sua madre, Mary Anne MacLeod, era un’immigrata scozzese che si trasferì negli Stati Uniti negli anni ’30 del Novecento, prima di sposare Fred Trump, il figlio degli immigrati tedeschi.

La storia di Trump rappresenta quindi un classico esempio del sogno americano fondato sull’immigrazione: una famiglia di origini europee che, nel giro di poche generazioni, ha raggiunto i vertici del potere economico e politico negli Stati Uniti.

Gli anni formativi e l’ascesa imprenditoriale

Donald Trump è nato nel quartiere del Queens a New York, in una famiglia che aveva già iniziato a costruire un impero immobiliare. A causa di problemi disciplinari, all’età di 13 anni fu mandato in un’accademia militare, esperienza che lui stesso ha definito formativa per il suo carattere.

Dopo aver completato gli studi alla Wharton School dell’Università della Pennsylvania, Trump iniziò la sua carriera nel settore immobiliare grazie a un prestito di un milione di dollari ricevuto dal padre. Questo capitale iniziale gli permise di entrare nell’azienda di famiglia e di iniziare a costruire la sua fortuna.

Nel 1971, assunse la direzione dell’impresa paterna e ne cambiò il nome in Trump Organization, modificando radicalmente la strategia aziendale. Abbandonò i progetti di edilizia residenziale a Brooklyn e nel Queens per concentrarsi su investimenti più ambiziosi a Manhattan, il cuore pulsante degli affari di New York.

Gli anni ’80 segnarono l’ascesa di Trump come figura pubblica. La Trump Organization realizzò importanti progetti immobiliari che contribuirono a rendere Trump un magnate conosciuto anche al di fuori degli ambienti finanziari. La pubblicazione del suo libro “The Art of The Deal” consolidò ulteriormente la sua immagine di uomo d’affari di successo.

La Trump Tower sulla Fifth Avenue divenne il simbolo più evidente del suo impero finanziario, nonché sua residenza personale per molti anni. Questo grattacielo rappresentava perfettamente l’idea di lusso e ostentazione che caratterizzava lo stile di Trump.

L’ingresso in politica e la presidenza

Nel corso della sua carriera imprenditoriale, Trump ha spesso manifestato interesse per la politica. Già nel 1987 iniziò a valutare una possibile candidatura presidenziale, ma è stato solo nel giugno 2015 che ha annunciato ufficialmente la sua discesa in campo per le elezioni presidenziali del 2016.

Nel suo discorso di presentazione, Trump mise in evidenza il suo successo economico e la sua ricchezza personale, promettendo tra le altre cose la costruzione di un muro al confine con il Messico. La sua campagna elettorale, caratterizzata dallo slogan “Make America Great Again”, attirò immediatamente un’enorme attenzione mediatica.

Nonostante le numerose controversie e gli scandali che lo hanno accompagnato, Trump riuscì a sconfiggere i suoi rivali nelle primarie repubblicane. Affrontò poi la candidata democratica Hillary Clinton nelle elezioni presidenziali del novembre 2016 e, contro ogni pronostico, ottenne la vittoria diventando il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti.

La presidenza Trump è stata caratterizzata da politiche controverse e da uno stile di comunicazione diretto e spesso provocatorio. La sua amministrazione ha adottato misure significative in ambito fiscale, immigratorio e di politica estera che hanno profondamente diviso l’opinione pubblica americana.

Le elezioni del 2020 hanno segnato un altro capitolo importante nella storia politica di Trump. Dopo la sconfitta contro il democratico Joe Biden, Trump non accettò il verdetto delle urne, sostenendo di essere stato vittima di brogli elettorali. Questa posizione culminò nei drammatici eventi del 6 gennaio 2021, quando i suoi sostenitori assaltarono il Campidoglio dopo un suo discorso, portando all’apertura di diverse inchieste sui presunti tentativi di ribaltare il risultato elettorale.

Nonostante le numerose controversie legali che lo hanno coinvolto, Trump è riuscito a mantenere un forte sostegno tra i suoi elettori, consolidando la sua posizione come una delle figure politiche più influenti e polarizzanti della storia americana contemporanea. La sua vittoria alle elezioni del 2024 lo ha riportato alla Casa Bianca, segnando un ritorno senza precedenti per un presidente che aveva già servito un mandato non consecutivo.