A due settimane dalla conclusione del Festival di Sanremo 2025, Giorgia Meloni ha rilasciato un’analisi articolata e profonda dell’edizione condotta da Carlo Conti, offrendo uno sguardo che va oltre la semplice cronaca musicale per toccare aspetti più ampi della cultura italiana contemporanea.
La Presidente del Consiglio non si è limitata a un commento di circostanza, ma ha colto l’occasione per evidenziare un cambiamento significativo nell’approccio mediatico e culturale rappresentato da questo Festival. Le sue parole, pronunciate durante la trasmissione “XXI secolo” condotta da Francesco Giorgino, hanno delineato un quadro interpretativo che va ben oltre la semplice valutazione di un evento televisivo.
Meloni ha posto l’accento su un elemento che accomuna molte voci critiche degli ultimi anni: l’allontanamento dalla dimensione musicale che dovrebbe essere il fulcro di Sanremo. “Finalmente un festival di Sanremo dove la musica è protagonista,” ha dichiarato, sottolineando come nelle precedenti edizioni – in particolare quelle condotte da Amadeus – lo spettacolo fosse spesso appesantito da interventi collaterali.
L’ Apprezzamento per Carlo Conti
L’espressione più diretta di questa critica è stata la stoccata ai “soloni che ti devono fare il monologo”, un passaggio che fotografa la sua percezione di un Festival che negli anni si era progressivamente allontanato dalla sua essenza originaria. Un commento che categorizza i monologhi come autoreferenziali.
Il conduttore toscano è stato descritto come una “garanzia di sobrietà”, un giudizio che va ben oltre il semplice commento televisivo. Meloni ha riconosciuto in Conti la capacità di riportare il Festival alle sue radici, valorizzando la musica come elemento centrale e non come contorno di performance più o meno riuscite.
I dati di ascolto sembrano confermare questa impostazione. Lo share e i numeri emersi hanno premiato un’edizione più concentrata sui contenuti musicali, meno incline a divagazioni e spettacolarizzazioni. Un risultato che la Premier ha voluto sottolineare con soddisfazione.
Il Caso Cristicchi: Musica e Sensibilità
Particolarmente significativo è stato l’apprezzamento per Simone Cristicchi e il suo brano, definito “splendido” e “commovente”. Meloni ha colto l’occasione per stigmatizzare le polemiche sorte attorno al pezzo, vedendole come un sintomo di un dibattito pubblico ormai incapace di apprezzare la profondità artistica.
Il riferimento alla canzone di Cristicchi – che affronta il tema della malattia della madre – diventa un momento di riflessione più ampia. La Premier ha evidenziato come la capacità di fare polemica su un brano così intimo rappresenti un elemento di degenerazione culturale che va oltre il semplice commento musicale.
Dietro le parole di Meloni si intravede un messaggio culturale più profondo. Il richiamo a un Festival che torni a essere momento di unità nazionale, lontano da derive ideologiche e autoreferenziali, si configura come una vera e propria proposta politica di ricucitura sociale.
La scelta di Conti viene così interpretata non solo come una decisione artistica, ma come un tentativo di riportare la televisione pubblica a una funzione di servizio, capace di parlare a un pubblico ampio senza settarismi o divisioni.
Il Confronto con le Precedenti Edizioni
Il paragone con le edizioni di Amadeus non è casuale. Meloni ha sottolineato come il Festival sotto la conduzione precedente fosse diventato sempre più un contenitore di presunti messaggi, allontanandosi dalla sua natura originaria di kermesse musicale.
Questa edizione di Conti rappresenterebbe dunque un punto di svolta, un ritorno a una concezione più tradizionale e insieme moderna dell’evento. Una visione che guarda alla musica come elemento di condivisione e non di divisione.
Il commento di Giorgia Meloni sul Festival di Sanremo 2025 si configura come molto più di un semplice giudizio televisivo. È un intervento che tocca le corde di un dibattito culturale più ampio, quello sulla funzione dei media, sul ruolo dell’intrattenimento pubblico, sulla capacità di una manifestazione di rappresentare il gusto nazionale.
Un’analisi che conferma come Sanremo continui a essere molto più di un festival musicale: un luogo simbolico dove si riflettono e si confrontano i gusti culturali del Paese.