Paolo Crepet, noto psichiatra ed esperto di educazione, è tornato al centro del dibattito pubblico dopo la diffusione di una vecchia intervista in cui criticava duramente la sinistra per la sua opposizione al voto in condotta. L’opinione di Crepet, espressa in un confronto con Il Fatto Quotidiano, è chiara: eliminare il voto che valuta il comportamento degli studenti è un errore.
Secondo lo psichiatra, la scuola non può essere un luogo senza regole e disciplina. “Non capisco come si possa sostenere che il voto in condotta non ci debba essere”, aveva dichiarato nell’intervista. A suo avviso, i tentativi di adottare metodi più soft non hanno portato alcun risultato concreto.
“Se il genitore non c’è, la scuola deve educare”
Crepet ha contestato l’idea che la scuola non debba assumere un ruolo educativo al fianco delle famiglie. Molti sostengono che gli istituti scolastici non debbano sostituirsi ai genitori, ma lo psichiatra ribatte con una domanda provocatoria: “Se il genitore non c’è, chi si occupa dell’educazione del ragazzo?”.
L’idea che punire i comportamenti scorretti sia un concetto superato viene bocciata con decisione. Crepet ha ricordato che in passato scuola e famiglia collaboravano per educare i giovani, e non vede perché questa sinergia non debba essere valida ancora oggi.
“Una scuola senza regole perde valore”
Il dibattito sulla riforma scolastica si è acceso dopo l’approvazione del ddl Valditara, che ha reintrodotto il voto in condotta e ha previsto sanzioni severe per gli studenti responsabili di violenze contro il personale scolastico. La sinistra ha criticato la norma definendola eccessivamente punitiva, ma Crepet ha difeso la necessità di stabilire regole chiare.
“Abbiamo provato a eliminare i voti e sostituirli con giudizi più generici, ma il risultato è stato un disastro”, ha spiegato. Secondo lo psichiatra, senza un sistema di valutazione chiaro, la scuola perde la sua autorevolezza e gli studenti smettono di considerare importante il loro percorso di formazione.
“Multe per chi aggredisce i docenti? È giusto”
Un altro aspetto della riforma contestato dalle opposizioni è l’introduzione di multe fino a 10.000 euro per gli studenti colpevoli di aggressioni contro insegnanti e dirigenti scolastici. Crepet ha sottolineato che in molti Paesi, come il Regno Unito, esistono sanzioni economiche per chi non rispetta le regole.
L’idea che le multe possano rappresentare un deterrente efficace è condivisa dallo psichiatra, che ha osservato come in Italia ci sia una scarsa cultura del rispetto per le autorità scolastiche. A suo avviso, senza conseguenze concrete, il fenomeno delle aggressioni agli insegnanti continuerà a crescere.
“Il buonismo ha fallito, servono regole chiare”
Crepet ha bocciato senza mezzi termini la visione di una scuola senza disciplina e ha difeso la necessità di regole precise. Secondo lo psichiatra, un ambiente educativo efficace non può basarsi su un eccesso di tolleranza, ma deve prevedere strumenti per garantire il rispetto reciproco.
“I ragazzi oggi non sanno accettare un fallimento, perché sono cresciuti con l’idea che tutto debba essere facile”, ha osservato. A suo avviso, ripristinare il voto in condotta e le valutazioni numeriche è un modo per restituire alla scuola il suo ruolo di guida nella crescita degli studenti.