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Il film le Assaggiatrici, con la regia di Silvio Soldini, è tratto da una storia vera, orribile, forse più di quello che la pellicola della piattaforma streaming ha raccontato. La vera Assaggiatrice si chiama Margot Wolk, nel film Netflix lei sarebbe personaggio di Rosa Sauer, interpretato dall’attrice tedesca Elisa Schlott. La vera testimonianza della superstite alla barbaria di dover assaggiare il cibo di Hitler ha ispirato il libro di Rossella Pastorino e il film di Soldini, gli altri personaggi sono in gran parte costruiti sul suo racconto, ma non da testimonianza diretta.

Nel 2012, poco prima della sua morte all’età di 95 anni, Margot Wölk rivelò al mondo un segreto che aveva custodito per decenni: tra il 1942 e il 1944, era stata una delle 15 giovani donne costrette a testare il cibo destinato ad Adolf Hitler per verificarne la sicurezza. Fino a quel momento, nessuno era a conoscenza dell’esistenza delle assaggiatrici del Führer, e la testimonianza di Margot è stata anche preziosa dal punto di vista storico per ricostruire al meglio il nazismo durante la parte più cruda della Seconda Guerra mondiale.

La vera storia di Margot Wölk

Nata a Berlino nel 1917, Margot Wölk aveva rifiutato di aderire alla Lega delle ragazze tedesche, l’organizzazione giovanile del Partito Nazista, condividendo gli ideali del padre, che non era mai stato promosso nel suo lavoro proprio per la sua opposizione al regime. Sposata con Karl, Margot lavorava come segretaria quando la Seconda Guerra Mondiale sconvolse la sua esistenza.

Nel 1941, in seguito a un bombardamento che distrusse la casa dei suoi genitori, decise di trasferirsi dalla suocera a Gross-Partsch, un villaggio dell’allora Prussia orientale (oggi Parcz, in Polonia). Il piccolo centro si trovava a meno di tre chilometri dalla Wolfsschanze (Tana del Lupo), il quartier generale di Hitler sul Fronte Orientale. Qui, il dittatore dirigeva le operazioni contro l’Unione Sovietica e, ossessionato dall’idea di essere avvelenato, ordinò che ogni suo pasto fosse testato in anticipo da un gruppo di donne.

Poco dopo il suo arrivo a Gross-Partsch, Margot venne prelevata dalle SS e portata, insieme ad altre 14 donne, in una caserma nel vicino paese di Krausendorf. Il cibo, cucinato da chef esperti, veniva servito a loro prima che fosse destinato a Hitler. Ogni giorno, per due anni, Margot e le sue compagne mangiarono i pasti del Führer senza sapere se il boccone successivo sarebbe stato l’ultimo.

Il film “Le assaggiatrici”

Il film di Silvio Soldini, ispirato al romanzo di Rosella Postorino, racconta questa storia attraverso gli occhi di Rosa, interpretata da Elisa Schlott. La giovane, fuggita da Berlino per rifugiarsi in un piccolo villaggio vicino al confine orientale, scopre presto la presenza della “Tana del Lupo” e viene costretta, come le altre, a diventare assaggiatrice.

Nel film, Rosa affronta non solo il terrore di una morte improvvisa, ma anche il peso della fame e il difficile rapporto con le altre donne. All’inizio emarginata per le sue origini berlinesi, lentamente riesce a conquistarsi la fiducia del gruppo. La sua esistenza viene sconvolta da un sentimento inatteso: l’attrazione per un ufficiale delle SS, che la spinge a interrogarsi sul confine tra sopravvivenza e complicità. Questo amore proibito sembra però romanzato per rendere il film più accattivante, non risulterebbe presente almeno nella storia vera del film Le Assaggiatrici tratta dalle testimonianze di Rosa nella realtà. Piuttosto un altro evento sconvolse la vita di Margot Wolk. Con la minaccia russa le ragazze che assaggiavano il cibo di Hitler furono costrette ad essere trasferite in un edificio, senza poter più vivere nelle case che le erano state assegnate. In questa sorta di alloggio comune, la Wolk fu stuprata da un ufficiale della SS.

Il regista Soldini ha puntato più ad esplorare le dinamiche di oppressione e sottomissione, mettendo al centro della narrazione il ruolo delle donne in un conflitto che ha sempre privilegiato il punto di vista maschile. La tensione tra necessità e moralità si riflette nella vita delle protagoniste, costrette a vivere con la costante paura di essere avvelenate e, al tempo stesso, a stringere legami profondi tra loro.

Margot Wölk è stata l’unica delle assaggiatrici di Hitler a sopravvivere alla guerra. Nel 1944, con l’avanzata dell’Armata Rossa, riuscì a fuggire a Berlino, mentre le altre 14 donne vennero probabilmente uccise dai soldati sovietici. Per decenni, scelse di non parlare di quella terribile esperienza, temendo ritorsioni. Purtroppo lieto fine per la vera storia del film. Le Assaggiatrici tarderà ancora ad arrivare. Venne catturata dai sovietici, una prigionia di circa 15 giorni terribile con vessazioni e stupri ripetuti che le impediranno in futuro di avere figli. Solo in età avanzata decise di raccontare la sua storia, svelando al mondo un capitolo dimenticato della Seconda Guerra Mondiale. Una piccola curiosità fuori contesto il film Le Assaggiatrici non è presente su Netflix, almeno per il momento.

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Mariaclaudia Catalano

Giornalista pubblicista, inviata d’assalto classe ‘89, una vita in radio e al tg, content editor per vocazione. Convertita alla SEO non posso più farne a meno