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Il legame tra Massimo Troisi e Roberto Benigni andava ben oltre il cinema. Due geni del loro tempo a confronto, in grado di creare qualcosa di superbo come Non ci resta che piangere, che hanno diretto, scritto e interpretato.

Massimo Troisi è morto a Roma nel 1994 dopo le riprese del suo ultimo film, Il Postino. La sua dipartita colpì duramente Benigni. Fu una perdita dura da accettare. Qualche tempo dopo l’attore, regista e sceneggiatore toscano rese nota al pubblico una deliziosa poesia composta in memoria del suo amico. Questa fu lette in diretta TV da un commosso Renzo Arbore.

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La poesia di Benigni per Massimo Troisi

Non so cosa teneva dint’a capa;

intelligente, generoso, scaltro,

per lui non vale il detto che è del Papa,

morto un Troisi non se ne fa un altro.

Morto Troisi muore la segreta

arte di quella dolce tarantella,

ciò che Moravia disse del Poeta

io lo ridico per un Pulcinella.

La gioia di bagnarsi in quel diluvio

di jamm, o’ saccio, ‘naggia, oilloc, azz!;

era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.

“Non si capisce”, urlavano sicuri,

“questo Troisi se ne resti al Sud!”

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Adesso lo capiscono i canguri,

gli Indiani e i miliardari di Holliwood!

Con lui ho capito tutta la bellezza

di Napoli, la gente, il suo destino,

e non m’ha mai parlato della pizza,

e non m’ha mai suonato il mandolino.

O Massimino io ti tengo in serbo

fra ciò che il mondo dona di più caro,

ha fatto più miracoli il tuo verbo

di quello dell’amato San Gennaro.

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