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Cosa possiamo trarre da Will Hunting? Qual è il messaggio che Matt Damon e Ben Affleck hanno voluto trasmettere al pubblico? Vi sono tre lezioni da cogliere dal lavoro diretto da Gus Van Saant.

Come finisce Will Hunting? Il confronto, duro ed emozionale, tra Matt Damon e Robin Williams ha un enorme impatto sulla vita del protagonista, cambiata per sempre. Ecco come.

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Will Hunting come finisce

Parlando con Chuckie, Will ammette di poter immaginare una vita trascorsa facendo il muratore. L’amico, furioso, gli dice che dovrebbe sfruttare il dono che ha ricevuto, mirando a una vita migliore. Spera che un giorno, passando da casa sua, possa non vederlo. Spera sparisca nel nulla di punto in bianco.

In seguito Sean mostra a Will il suo fascicolo. Gli svela le differenti perizie psichiatriche che mettono in luce i suoi problemi. È terrorizzato all’idea d’essere abbandonato. È per questo che pone fine ai propri legami affettivi prima che questi possano deteriorarsi. In un momento drammatico e molto intenso, Sean gli dice che non è colpa sua. Gli si avvicina e lo abbraccia, accogliendo le sue lacrime liberatorie. Il terapeuta gli dice di non ascoltare Lambeau. Dovrebbe preoccuparsi dei suoi sentimenti e non puntare unicamente a premi e denaro.

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Alla fine il giovane accetta una delle proposte lavorative e ringrazia Sean, che nel frattempo ha deciso di partire e riorganizzare la propria vita. Qualche tempo dopo Chuckie passa a prendere Will ma la casa è vuota. Ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle e trasferirsi in California, dove lo attende Skylar.

Will Hunting significato

Il primo grande impatto che Will Hunting ha sul pubblico è quello di spingerlo a guardare con attenzione alla propria vita. Non occorre lasciarsi trascinare dagli eventi, bensì vivere con maggiore consapevolezza. Un futuro diverso è possibile. I vari personaggi mettono in piazza differenti atteggiamenti, da prendere a esempio o dai quali prendere le distanze.

Tutti abbiamo delle cicatrici che portiamo dentro e ignorarle non farà altro che danneggiare la qualità della nostra vita. Fronteggiare problemi ben radicati in noi non è da deboli, è il primo passo per vivere meglio e far stare meglio le persone che ci circondano.

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Sean dice a Will di guardare al mondo con attenzione e non con supponente arroganza. Non occorre dare per scontato di sapere già tutto, di poter conoscere qualcuno dopo poche parole scambiate. Nulla può essere dato per scontato e la sete di conoscenza e voglia di fare esperienze in prima persona non dovrebbe mai abbandonarci. Al giorno d’oggi tutto ciò ha ancora maggior valore, dal momento che si tende a vivere molte esperienze in digitale e non di persona. Scoprire un luogo attraverso i filmati di altri non lascerà dentro di sé le stesse emozioni e non consentirà di crescere allo stesso modo.

Altra lezione da assimilare è che nella vita occorre assumersi dei rischi. L’immobilismo può ucciderci e il terrore di fallire non dovrebbe mai dissuaderci dal fare una mossa verso il domani. Coltivare le proprie potenzialità è un obbligo che tutti noi abbiamo. Lo dobbiamo a noi stessi e agli altri.

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L’ultima lezione, forse la più importante, mira a chiarire un concetto base: la perfezione non esiste. Non dovremmo cercarla in noi e soprattutto pretenderla dagli altri. Guardando alle relazioni amorose, esiste unicamente la reciproca compatibilità. Due persone non si incastrano al 100% ma proprio quelle differenze, quelle che alcuni chiamano imperfezioni, sono ciò che rendono quel rapporto degno d’essere vissuto. Sono le cose che ci mancheranno di più quando tutto ciò svanirà in un modo o nell’altro.

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