Sara Brusco e Gian Marco Tavani, protagonisti di Yes Weekend, ci portano dietro le quinte del loro programma e ci raccontano del nuovo libro che hanno scritto.
Siete alla ricerca di esperienze uniche per le vostre vacanze? Non potete perdervi allora le incredibili avventure di Sara Brusco e Gian Marco Tavani. I due sono i protagonisti di Yes Weekend, la rubrica di Sky TG24 in cui ci portano in giro per l’Italia e non solo con tutta la loro energia alla scoperta di luoghi ed esperienze unici. Il programma è giunto alla sua terza edizione e va in onda ogni sabato e domenica, ma i racconti dei due viaggiatori ora trovano spazio anche nel libro Yes Weekend, edito da Baldini+Castoldi.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Sara e Gian Marco che ai nostri microfoni hanno raccontato la genesi del loro progetto, la nuova avventura con il libro e hanno svelato anche alcune curiosità relative ai loro viaggi.
Yes Weekend: Sara Brusco e Gian Marco Tavani, destini intrecciati
Lei classe 1985, nata a Torino e con alle spalle una lunga esperienza dalla conduzione di programmi su Juventus Channel all’approdo a Sky. Lui classe 1981, una carriera molto proficua tra cinema e televisione, protagonista di programmi e film di successo come Le Iene e Rome in Love. Sara e Marco si conoscono da tanti anni, ma le loro strade si sono separate per poi incontrarsi di nuovo, dando vita al format di successo Yes Weekend.
Benvenuti, è un piacere trovarvi. Innanzitutto parlateci un po’ di voi: come vi siete conosciuti? Com’è nata l’idea di Yes Weekend?
“Io e Gian Marco ci conoscevamo da tempo, ci siamo conosciuti a dei casting a Roma circa 12 anni fa. Le nostre strade si sono divise e poi ci siamo rivisti poco prima della pandemia. Abbiamo riagganciato i rapporti che, avendo vissuto in città diverse per tanti anni, avevamo un po’ perso e ci siamo rincontrati a Milano. Ci siamo quindi confrontati su come ideare qualcosa di diverso, con la pandemia che stava cambiando il mondo, volevamo proporre delle novità e girando sui social e vedendo la voglia di fare i viaggi che accomunava tutti, chiusi in casa, ci è venuto in mente di fare qualcosa sul turismo.
Ci siamo concentrati soprattutto sull’Italia, almeno all’inizio, perché la necessità era quella di viaggiare, ma rimanendo in Italia. Ci è venuta quindi l’idea di creare un format diverso dagli altri, con l’attenzione certamente al contenuto, ma con un modo diverso di raccontare. Per quanto riguarda il contenuto abbiamo pensato di concentrarci più sulle esperienze, sul proporre qualcosa di particolare. Alle persone non interessa più, secondo noi, le tipologie classiche di vacanze, la passeggiata per lo shopping e così via, ma vogliono vivere esperienze diverse.
Nello sviluppare i nostri viaggi quindi abbiamo deciso di concentrarci su tre aspetti: alloggio, attività sportiva o adrenalinica e ristorante. L’alloggio è la parte principale del nostro programma ed è quello che di solito riceve più attenzione. Cerchiamo strutture particolari, come case sull’albero o bubble suite, qualsiasi cosa sia nuova e poco vista. Ogni punto deve essere insolito o comunque deve avere qualcosa da raccontare. Può essere insolito il luogo ma può esserlo la storia che c’è dietro magari a un ristorante o a un piatto. Cerchiamo sempre di proporre idee ed esperienze che siano trasversali, che possano andare bene per diverse fasce d’età.
Poi puntiamo molto sulla comunicazione, noi facciamo tutto da soli, senza troupe al seguito e improvvisiamo. Gian Marco col suo braccio bionico tiene la telecamera e giriamo tutto in modalità selfie. È un modo diverso di raccontare, più social diciamo. Girare senza troupe ci permette di essere sempre sul pezzo, di documentare 24 ore su 24 ciò che facciamo. Abbiamo quindi un’attrezzatura da professionisti, ma facciamo tutto da soli e giriamo continuamente. Ogni momento può essere buono per cogliere un dettaglio da raccontare”.
Portateci un po’ all’interno dei vostri viaggi: qual è il luogo che avete visitato o l’esperienza che avete fatto da cui siete rimasti maggiormente affascinati?
Sara: “In ogni viaggio che facciamo c’è sempre un elemento che conquista maggiormente l’attenzione. Possiamo parlare molto bene della Liguria, siamo stati in un agriturismo con delle bubble suite molto belle e abbiamo ricevuto un’accoglienza veramente bellissima ed emozionante”.
Marco: “Anche Matera, dove non ero mai stato, mi ha colpito molto. Abbiamo incontrato persone fantastiche e sono rimasto molto affascinato. Comunque ce ne sono tanti di viaggi ed esperienze che ci hanno colpito moltissimo”.
Quanto e come la pandemia ha cambiato il modo di viaggiare?
“Abbiamo notato che le persone dopo il Covid hanno tirato fuori una creatività che non esprimevano prima. Alcuni ad esempio avevano una roulotte, un albero o una depandance che non utilizzavano e ci hanno creato degli habitat unici, magari anche per viaggiare con la fantasia quando non si poteva fisicamente. Noi andiamo alla ricerca di queste strutture che sono un po’ una rivoluzione in questo periodo, in cui le persone cercano esperienze alternative a quelle classiche da vacanza. Questo sembra il nuovo trend del turismo, il riuscire a fare esperienze particolare da raccontare.
In questo passaggio ha inciso moltissimo la pandemia, ha cambiato il modo di vivere e ha fatto capire molte cose. La pandemia ci ha messo di fronte sicuramente a tante novità e ha fatto nascere la voglia di andare fuori dal coro e ciò si riflette molto sui viaggi. Ha fatto crescere la tendenza a organizzarsi da soli il viaggio, anche nei minimi dettagli, come ad esempio andare a scovare un ristorante che sta fuori dalle guide principali o magari conoscerlo tramite un passaparola e tutto ciò ti da l’impressione di fare un’esperienza esclusiva”.
Qual è il vostro tipo di vacanza ideale?
Marco: “Quelli che ci piacciono di più oggi sono i viaggi con l’esperienza a contatto con la natura. Io rispetto a Sara sono un po’ più comodo, ma soprattutto nell’alloggio, più che altro perché la luce di mattina mi dà molto fastidio e chiaramente quando dormi in tenda ne risenti. Togliendo quindi la parte dell’alloggio, per cui magari cercheremmo un posto più adatto per riposare, le esperienze che ci piacciono di più sono quelle in cui possiamo stare a contatto con la natura. Sono le esperienze più belle ma anche le più difficili da trovare al giorno d’oggi”.
Qual è un luogo in cui non siete ancora stati ma che vorreste visitare?
“Sicuramente l’Australia”.
Un posto che viene generalmente sottovalutato e che invece secondo voi vale la pensa visitare?
“Fuori dall’Italia sicuramente l’Islanda. È stato davvero un viaggio fantastico, in cui abbiamo visto di tutto, dai vulcani ai geyser. C’è tantissima natura e ci sono moltissimi scenari diversi. Per quanto riguarda l’Italia invece abbiamo notato che al centro mancano ancora delle strutture particolari, si trova qualcosa in Toscana e nel Lazio, ma nella parte medio-adriatica è difficile. Noi cerchiamo di fare una puntata per ogni regione e quando iniziamo a scendere nella penisola troviamo sempre più difficoltà. È come se andando verso sud il fatto che ci siano il bel mare, il tempo favorevole e così via tolga interesse per l’allestimento di strutture particolari, puntando solo su un turismo di tipo tradizionale”.
Potete parlarci un po’ del libro?
“La casa editrice ci ha contattati perché gli è piaciuto il nostro programma e ci hanno chiesto di scrivere un libro che fosse simile a ciò che trattiamo in puntata. Noi inizialmente pensavamo fosse più un libro fotografico, poi invece quando lo abbiamo iniziato a scrivere si è optato per una scelta più narrativa. Abbiamo scritto ognuno la propria parte, così ci sono anche i nostri diversi punti di vista. Nel libro raccontiamo un po’ il dietro le quinte dei viaggi che abbiamo fatto e abbiamo inserito alcuni particolare che non trovano spazio in puntata. È stato molto bello allargare un discorso che per i tempi della puntata andava sintetizzato”.