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Le commedie francesi hanno ispirato numerosi remake negli ultimi anni, soprattutto quelle “scorrette”. È il caso di Tutti in piedi, dal quale è nato Corro da te.

Riccardo Milani ha firmato l’adattamento italiano di Tutti in piedi di Franck Dubosc, portato al cinema nel 2018. Un grande successo, considerando come giocasse volontariamente con argomenti delicati. Stuzzicare i cosiddetti taboo e farlo con atteggiamento irriverente è l’arma vincente del cinema francese degli ultimi anni. Si è così tentato un nuovo esperimento, un remake come già avvenuto in passato (basti pensare a Benvenuti al Sud). Il tutto però in salsa italiana, adattando la formula al nostro micro universo. Ecco dunque il racconto di Gianni, interpretato da Pierfrancesco Favino, e di Chiara, che ha il volto di Miriam Leone.

Corro da te trama e cast

Gianni è un cinquantenne affascinante, sempre alla ricerca di una storiella di breve durata che sappia regalargli un brivido. Non sa rinunciare all’istinto della “caccia”. Usa nomi falsi e si diverte a far cadere le donne ai suoi piedi. Non ha mai pensato di accasarsi e il suo mondo pare ruotare intorno a sé. È attento alla forma fisica e ha la fissa della corsa. È il capo di un celebre brand di scarpe e diffonde il suo verbo, riassumibile in perfezione fisica.

Un vero cinico che si ritrova per puro caso a incontrare Chiara. La sua idea era quella di mettere a segno una nuova conquista, stavolta in maniera un po’ diversa. La sua vicina di casa lo becca sulla sedia a rotelle della madre, ormai defunta, e dà per scontato sia sua. Lui prova a sfruttare l’elemento compassione a suo vantaggio ma poi i suoi occhi vengono rapiti da Chiara, appunto.

Musicista solare e dinamica, amante della vita e alla ricerca della storia che possa cambiare tutto. Lei è realmente su una sedia a rotelle e Gianni riuscirà a conquistarla, corteggiandola senza sosta. Una splendida storia che si poggia però su una montagna di bugie, che presto o tardi chiederanno il conto.

Corro da te trailer

Corro da te recensione

Vi sono due modi di approcciarsi a Corro da te. Il primo è quello di chi è in cerca di una commedia romantica. Troverà pane per i propri denti. Il film sa essere stuzzicante ed è in grado di sovvertire alcuni equilibri standard del genere. Giocare con certe tematiche è allettante perché genera quella sensazione di scorrettezza nello spettatore, a volte un po’ in colpa nel ridere. Un modo gentile, di certo non rivoluzionario, per provare a smuovere quell’ammasso pesantissimo di politicamente corretto nel quale i dialoghi odierni si ritrovano quando si tratta di sceneggiature per il grande pubblico.

Il secondo è quello di chi vuole in questa pellicola qualcosa di diverso dalla solita solfa nostrana. Si può dire missione compiuta per Corro da te, che parla di disabilità senza pietismi. Il ritmo è ottimo e i tempi comici di Pierfrancesco Favino sono a punto. Miriam Leone è ben calata nella parte ma soprattutto i personaggi secondari aiutano a rendere il mondo creato più realistico e interessante. Merito di Pietro Sermonti, Vanessa Scalera e Piera Degli Espositi. Piacevole la capacità della sceneggiatura di passare da momenti romantici a parentesi esilaranti e scorrette. Un equilibrio fragile che non crolla, tenendo botta fino alle battute conclusive.