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Mine vaganti è un film del 2010 diretto da Ferzan Ozpetek, con Riccardo Scamarcio protagonista e candidato a 13 David di Donatello. Ecco come finisce realmente.

Due David di Donatello su tredici candidature, più il Premio Speciale della Giuria al prestigioso Tribeca Film Festival di New York: Mine vaganti è considerato uno dei capolavori di Ferzan Ozpetek, un film che usa i toni della commedia per riflettere su questioni sociali e smontare alcuni luoghi comuni della società italiana, in particolare del Sud Italia.

Girato nel 2010, il film vede come interpreti volti noti del cinema nostrano, come Riccardo Scamarcio, Elena Sofia Ricci, Lunetta Savino, Ilaria Occhini, Nicole Grimaudo, Alessandro Preziosi, Ennio Fantastichini e Daniele Pecci.

La trama di Mine vaganti ruota attorno a Tommaso (Scamarcio), un ragazzo che vive a Roma ma decide di fare ritorno a Lecce dalla famiglia per rivelare a tutti la sua omosessualità. Qui si deve scontrare con la mentalità arretrata della sua famiglia borghese, in particolare quella del padre che lo vorrebbe alla guida del pastificio industriale di proprietà famigliare. Tommaso dovrebbe finire a gestire tutto assieme al fratello Antonio, il quale, saputo in anticipo che Tommaso è gay, decide di fare coming out per primo per farsi cacciare di casa e lasciare a lui la responsabilità dell’azienda.

Mine vaganti: la spiegazione del finale

Nel finale, toccherà all’anziana nonna (Ilaria Occhini) risolvere drasticamente la situazione: pur sapendo di essere malata di diabete, ingurgita una grande quantità di dolci, fino a morire. In quanto principale azionista del pastificio, lascia in eredità la ditta ad Antonio, che così deve tornare ed essere riaccolto nella famiglia. In aggiunta a questo, lascia scritto a ogni componente della famiglia essere sé stesso e di rispettare gli altri con le loro diversità.

Durante il funerale della nonna, che fa da epilogo a Mine vaganti, si assiste a una scena onirica in cui si mescolano passato e presente. L’anziana donna ritrova Nicola, il fratello di suo marito e suo unico vero amore; Antonio riesce a riappacificarsi con suo padre Vincenzo; Tommaso sorride, vedendo il proprio fidanzato Marca ballare con l’amica Alba.

Il finale chiarisce tutto il senso del film, che è un invito a superare le differenze e accettare le diversità altrui, sorpattutto all’interno di una famiglia. Proprio la scoperta del fatto che anche la nonna, che incarna la tradizione e i buoni costumi del passato, in realtà era innamorata di un altro uomo e non di quello che ha sposato, mette in chiaro che il punto di Mine vaganti è avere il coraggio di essere sé stessi e di non fingere di essere invece qualcosa di diverso.