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Nato nel 1930, è morto nella sua Parigi il 13 settembre 2022 Jean-Luc Godard, regista, sceneggiatore, montatore e critico che ha segnato il cinema francese e internazionale.

Uno dei più importanti esponenti della Nouvelle Vague, ha lasciato la propria firma nel mondo del cinema grazie non solo a una prolifica ed eccellente produzione, ma soprattutto per le innovazioni linguistiche apportate. La sua intera vita è stata dedicata alla settima arte e non possiamo che essergliene grati.

Morto Jean-Luc Godard: chi era

Il suo nome sarà sempre legato alla Nouvelle Vague, di cui è stato uno dei principali esponenti. Lo scopo di questo movimento cinematografico, nato sul finire degli anni Cinquanta, era quello di esaltare su schermo lo splendore del vero. L’idea di fondo era quella di arginare quei dettagli che potessero frapporsi tra lo spettatore e quanto mostrato, destandolo dal sogno della visione, facendogli capire che quanto visto non era reale.

Laureatosi alla Sorbona in Enologia nel 1949, si è avvicinato al cinema scrivendo articoli di critica su note riviste come Cahiers du cinema, utilizzando lo pseudonimo di Hans Lucas. Il suo primo corto, Operation beton, trae ispirazione da un lavoro eseguito nella costruzione di una diga in Svizzera. Per il grande esordio occorre attendere il 1959, data dell’uscita del suo primo lungometraggio, Fino all’ultimo respiro. In sé vi sono già tutti i caratteri propri del movimento della Nouvelle Vague, dagli attori che si rivolgono alla macchina da presa al montaggio sconnesso.

Si tende a suddividere la sua carriera in tre periodi. Il primo va dal 1960 al 1967. È una fase molto prolifica, caratterizzata da un cult come Bande a part. Sul finire di questo periodo aderisce alle teorie di Marx e inizia a criticare fortemente la società dei consumi. In seguito, nel secondo periodo, fonda il Gruppo Dziga Vertov, sperimentando il cinema collettivo. Un lasso di tempo nel quale collabora anche con il nostro celebre Gian Maria Volonté. Nel terzo periodo, infine, mette al servizio della sua arte le nuove tecnologia video, con film come Si salvi chi può (la vita), Cura la tua destra…, Germania nove zero e Le livre d’image.

Nel 2011 è stato premiato con un meritatissimo Oscar alla carriera. Candidato numerose volte al Festival di Cannes, ha ottenuto nel 2014 il Premio della giuria per Adieu au langage – Addio al linguaggio, e la Palma d’oro speciale nel 2018 per Le livre d’image. Nel 1962 ottenne il Leone d’argento per Questa è la mia vita, nel 1982 il Leone d’oro alla carriera e l’anno dopo nuovamente per il film Prenom Carmen.

Jean-Luc Godard vita privata

Il cinema era tutta la sua vita ma vi è stato posto anche per l’amore. Negli anni Sessanta ha conosciuto Anna Karina, attrice, regista, sceneggiatrice, produttrice e compositrice danese, deceduta nel 2019 a Parigi. I due hanno collaborato a ben otto film tra il 1960 e il 1967 e il suo è divenuto uno dei volti più rappresentativi della Nouvelle Vague.

La collaborazione andò ben oltre lo schermo, dal momento che la coppia decise di sposarsi. Un matrimonio durato dal 1961 al 1967. Un legame trascendentale, che lei ha definito in questo modo: “Jean-Luc non era soltanto mio marito. Era per me padre e fratello. Firmava per me i contratti perché ero minorenne. Mi dava dei libri da leggere e dettava i tempi della mia formazione. Era così tenero ma, al tempo stesso, capace di grandi sfuriate e atteggiamenti che non capivo. Usciva a comprare le sigarette e poteva stare via 15 giorni senza darmi notizie. Non credo mi tradisse. Andava in Italia o in America, per poi tornare e dirmi che in tre giorni avremmo iniziato a girare un nuovo film”.

Si parla di Anna Karina come della sua principale musa. In seguito, dal 1967 al 1979, è stato sposato con Anne Wiazemsky, attrice che recitò in Teorema e Porcile di Pasolini. A ciò si aggiunge una relazione di Jean-Luc Godard con Anne-Marie Mieville.