Nella puntata de Le Iene del 4 ottobre Belen Rodriguez fa il suo esordio da inviata. Nel suo servizio parla di disformismo. Capiamo di cosa si tratta.
Grande emozione per Belen Rodriguez. La showgirl e conduttrice argentina aveva anticipato a Verissimo d’essere pronta a diventare una vera e propria inviata de Le Iene. Un sogno che si avvera per lei, alle prese con un servizio giornalistico. Ha voglia di continuare a crescere nella sua carriera, mettendosi alla prova e dimostrando a tutti, se stesa in primis, di potercela fare.
Il suo servizio a Le Iene va in onda martedì 4 ottobre, in prima serata su Italia 1, con Belen Rodriguez e Teo Mammucari alla conduzione. Lei aveva esternato già lo scorso anno il profondo desiderio di diventare un’inviata, una vera iena. Nessuna intenzione di cimentarsi con servizi scherzosi e dissacranti, almeno per ora. Ha scelto infatti un tema molto delicato, quello del dismorfismo.
Il lavoro svolto mira tanto a spiegare di cosa si stia parlando nello specifico, per poi spostare l’attenzione sulla dismorfofobia. In un mondo che vive legato ai social quotidianamente, l’aspetto fisico regna nei rapporti sociali. Ciò che si ha dentro non conta o, nel migliore dei casi, molto poco: “Abbiamo incontrato anche degli psicologi e chirurghi plastici, così da confrontarci e capire meglio tutto ciò. Sono davvero fiera di poter affrontare un argomento del genere per Le Iene”.
Dismorfismo significato
Occorre spiegare bene su cosa si concentra il servizio di Belen Rodriguez. La conduttrice ha affrontato nello specifico il tema del Disturbo di Dismorfismo Corporeo. Questo è alquanto frequente nella popolazione psichiatrica. Consiste di fatto in un’eccessiva preoccupazione per alcuni difetti fisici corporei. La persistenza di questi pensieri negativi su di sé comporta profondi disagi.
Poco importa se tali “difetti” siano minimi o totalmente assenti. la mente analizza il tutto e offre risposte devastanti al soggetto, riducendo significativamente la qualità della vita.
Se non trattato, può comportare difficoltà sociali, il che si traduce in un generale isolamento. In ambito giovanile può condurre a peggiori risultati accademici, isolamento sociale e abbandono scolastico. Nei casi più gravi, purtroppo, tali soggetti possono rientrare nella casistica devastante dei casi di suicidio e tentato suicidio.
Il servizio prova a raccontare tutto questo, in maniera reale e senza narrazioni televisive. A ciò si aggiunge la volontà di offrire un aiuto a distanza, lasciando parlare esperti del settore, nella speranza che alcuni concetti possano aiutare qualcuno a scegliere la via della terapia.