Non solo René Ferretti ma anche Dante Ferretti trova spazio in Boris 4. Un nome enorme del cinema italiano, ma di chi si tratta.
Un nuovo progetto rivoluzionario per René Ferretti, l’amatissimo regista di fiction di Boris 4. È tornato in questa stagione su Disney+ perché convinto di poter fare la storia. Si ritrova nuovamente a guida un gruppo di scalmanati, tra troupe e attori, con in testa Stanis La Rochelle, stavolta anche in veste di produttore. Nessuna Rete a controllare ogni cosa, bensì la Piattaforma. Si guarda allo streaming, dunque, sotto l’occhio costante dell’Algoritmo. Occhi del cuore appartiene al passato, lasciando spazio a Vita di Gesù. Un prodotto a dir poco ambizioso, con uno Stanis protagonista, 50enne, nei panni di un Cristo decisamente particolare. Regna la solita follia generale ma, nelle prime fasi almeno, René prova a trarre il massimo da tutto ciò, così da coronare un sogno antico, quello di incidere il suo nome nella storia del settore cinematografico italiano. Soprattutto mira a evitare di cadere nella solita “m***a”, per usare il suo linguaggio. La qualità deve regnare sovrana, anche se questo discorso è già stato affrontato con pessimi risultati in passato. In una scena vede come a Cinecittà campeggi una scritta: “Ferretti sogna Fellini”. Si sente così incoraggiato a dare il massimo, sentendo la fiducia della Piattaforma. Peccato però che Lopez lo riporti subito con i piedi per terra. Non si tratta di lui, bensì di Dante Ferretti, scenografo di Fellini premio Oscar.
Dante Ferretti chi è
Dante Ferretti, 79 anni, è uno scenografo e costumista celebre in tutto il mondo. Nato a Macerata il 26 febbraio 1943, ha lasciato il suo segno in numerose produzioni di enorme successo. Il suo è uno dei nomi più importanti di Hollywood e del cinema italiano. Come assistente scenografo ha avuto la chance di lavorare ad alcuni film di Pier Paolo Pasolini, da Il Vangelo secondo Matteo a Uccellacci e uccellini, fino a Edipo Re. Con Medea del 1969 firma il suo primo lavoro da scenografo, collaborando con il maestro fino alla ultima opera. Si fa subito notare per il gran talento, partecipando a produzioni di importanti registi italiani nel corso degli anni, come Bellocchio, Comencini, Ettore Scola e Franco Zeffirelli. Si ricorda particolarmente il suo fortunato sodalizio con Federico Fellini. Insieme per cinque film dal 1979 al 1990, da Prova d’orchestra a La voce della Luna. Verso metà degli anni ’80 volge lo sguardo all’estero, facendosi notare sempre più in ambito internazionale.
Collabora con Jean-Jacques Annaud per la realizzazione de Il nome della rosa, così come Terry Gilliam per Le avventure del barone di Munchausen, che gli vale la prima nomination agli Oscar. La seconda giunge con l’Amleto di Franco Zeffirelli. È sempre al fianco di sua moglie, in questa fase. Il suo nome è Francesca Lo Schiavo, arredatrice di set. La terza candidatura agli Oscar di Dante Ferretti arriva grazie a L’età dell’innocenza di Martin Scorsese. I due si erano conosciuti a Cinecittà durante le riprese di La città delle donne. Il regista americano era un grande ammiratore di Fellini e con Ferretti ha collaborato a pellicole come Casinò e Kundun, ma anche Gangs of New York e The Aviator. Negli ultimi anni, invece, lo ha voluto per Shutter Island, Hugo Cabret e Silence. Dante Ferretti ha accumulato in carriera 10 nomination agli Oscar, vincendo la statuetta dell’Academy nelle ultime tre occasioni, con The Aviator, Sweeney Todd e Hugo Cabret. Una ricchissima bacheca, la sua, con quattro BAFTA, cinque David di Donatello e ben 13 Nastri d’argento.