Meyer Lansky: la storia vera del mafioso statunitense di origine bielorussa che ha ispirato il film con Harvey Keitel e Sam Worthington
Lansky è un film diretto dal regista Eytan Rockaway incentrato sulla vera figura di Meyer Lansky, un mafioso americano, di origini bielorusse, divenuto famoso come massimo esponente del Sindacato ebraico. Il film è uscito nel 2021 e vede come protagonisti Harvey Keitel, che veste i panni proprio del protagonista, John Magaro, che interpreta invece la controparte giovane di Lansky, e insieme a loro Sam Worthington e AnnaSophia Robb. La pellicola, come detto, illustra la vera storia di Meyer Lansky, che giunge negli Stati Uniti insieme alla sua famiglia a 9 anni per sfuggire dalle rivolte antisemite e qui, a New York, si fa strada nei ranghi della criminalità organizzata. Nel film troviamo un Lansky ormai avanti con l’età, ritiratosi a Miami, che decide di raccontare al giornalista David Stone la sua storia, per continuare il gioco della truffa che ha portato avanti per tutta la vita.
Non è la prima volta che la storia di Meyer Lansky ispira un film. Prima di Eytan Rockaway, già John McNaughton aveva portato sul piccolo schermo la storia del celebre gangstar, con un film per la televisione del 1999 intitolato Lansky – Un cervello al servizio della mafia, che vedeva nel cast Richard Dreyfuss ed Eric Roberts. La figura del mafioso americano bielorusso, inoltre, ha ispirato moltissimi altri film, ad esempio fa da sfondo al famoso personaggio di Hyman Roth nel secondo capitolo del Padrino. Il personaggio di Lansky, inoltre, appare anche nel film del 2005 The Lost City interpretato da Dustin Hoffman e nella serie televisiva Broadwalk Empire, dove a vestire i suoi panni è Anatol Yusef.
Lansky nella realtà
Come detto, Meyer Lansky è esistito davvero ed è passato alla storia come uno dei più celebri famosi ebrei della storia degli Stati Uniti. Nato a Hrodna, Bielorussia, il 4 luglio del 1902, la famiglia di Lansky decide nel 1911 di emigrare in America per sfuggire all’antisemitismo dilagante nel loro paese e per l’occasione cambia anche il cognome di famiglia da Suchowlanski a Lansky. La famiglia di Lansky si stabilisce a New York e qui Meyer entra a contatto presto con gli ambienti della mafia della Grande Mela. Già a scuola Lansky inizia a compiere le prime esperienze, conoscendo uno dei più mafiosi della storia statunitense come Lucky Luciano. Il primo contatto tra i due è stata una litigata, poi dopo il chiarimento è nata una grande amicizia e crescendo hanno cominciato a condividere sempre più esperienze nel mondo della criminalità organizzata, ma progressivamente Lansky si distacca, soprattutto dopo l’arresto di Lucky Luciano, e si con decisione nel mondo della mafia ebraica.
Meyer Lansky è passato alla storia come uno dei principali esponenti del Sindacato ebraico, il più grande gruppo di criminalità organizzata di matrice ebraica. Inoltre, Lansky è stato uno dei grandi artefici del piano Las Vegas, insieme a Bugsy Siegel, con cui tramite affari illeciti ha contribuito a costruire una profonda rete nella famosa città del gioco. Negli anni ’50 e ’60 si consuma maggiormente l’ascesa del malavitoso, fino a che negli anni ’70 Lansky non è costretto ad abbandonare gli Stati Uniti, cercando di ottenere la cittadinanza in Israele. Dopo tre anni, però, Lansky fa ritorno negli Stati Uniti dove nel 1983 muore dopo aver combattuto con un tumore.